Giornata internazionale disabilità: Franchini (Cattolica), “dentro alla logica dei bisogni esistenziali la parola chiave è appartenenza”

“Questa giornata nasce alla luce della parola chiave dei diritti. Il riferimento è legato alla Convenzione Onu e alla sua applicazione nella legislazione degli Stati. I diritti sono una grandissima leva di cambiamento, ma se ci fermiamo lì perdiamo la nostra caratteristica di comunità di cristiani”. Così Roberto Franchini, docente all’Università Cattolica di Brescia e dirigente nazionale dell’Opera don Orione, in occasione dell’incontro “Dal Diritto di indipendenza al bisogno di Appartenenza nella società e nella comunità cristiana” promosso dal Servizio nazionale per le persone con disabilità della Cei in occasione della Giornata internazionale. “L’ottica dei diritti va garantita ed è una leva di cambiamento – ha ribadito -. Ma mi piace sottolineare che se ci sono dei diritti, dall’altra parte ci sono persone chiamate a garantire quei diritti”. Inoltre “la logica dei diritti standardizza – ha sottolineato il docente -. I diritti sono tutti uguali per cui se ci fermiamo al piano dei diritti rischiamo di omologare le risposte”. “Dentro alla logica dei bisogni esistenziali la parola chiave è appartenenza, un bisogno profondissimo. I diritti per loro natura non garantiscono l’appartenenza, la fraternità o la prossimità che sono su un piano più profondo. Sul terreno dell’appartenenza non c’è più un noi o un loro – ha precisato Franchini – ma c’è un noi di uomini e donne in cammino che non hanno solo il diritto alla presenza. Una volta che sono presente nella comunità cristiana che cosa si gioca in profondità nella mia vita? Il bisogno di appartenenza e la chiamata di tutti noi a esprimere la nostra vocazione, cioè rispondere alla nostra chiamata di cristiani che trovano nella comunità il compiersi e il proprio compito specifico. Facendo così troviamo una reciprocità di diritti e doveri sul piano giuridico. Tutti noi abbiamo il diritto di esserci e un dovere di rispondere alla propria vocazione e mentre lo facciamo non c’è qualcuno che garantisce un diritto. Il piano dell’appartenenza è reciproco: tutti abbiamo bisogno di appartenere e di rispondere alla chiamata”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa