Diocesi: Caritas Prato, aumentano le richieste di aiuto. Nell’ultimo anno accessi ai centri d’ascolto cresciuti del 27,7%

Il 50% degli accessi ai centri d’ascolto Caritas di Prato è rappresentato da famiglie conosciute negli ultimi quattro anni, mentre le persone che si sono affacciate per la prima volta nel 2022 sono cresciute del 27,7% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal rapporto sulle povertà a Prato diffuso in occasione dell’Avvento di Fraternità, la tradizionale raccolta offerte nelle chiese della diocesi di Prato che si tiene domenica 18 dicembre.
“La comunità cristiana è invitata a vivere il tempo di Natale anche con la riscoperta della vicinanza e della fraternità”, ha affermato don Enzo Pacini, direttore della Caritas diocesana, nell’annunciare la grande raccolta in programma domenica, il cui ricavato servirà ad aiutare i punti di prossimità rappresentati dalle parrocchie, “in particolare i centri di ascolto più piccoli che possono essere un riferimento e una presenza sul territorio in modo diffuso e capillare”.
Nei primi nove mesi del 2022 il totale degli “ascoltati” è stato di 2.444 persone corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari (lo scorso anno era stato di 2.441) ma è aumentato in modo consistente, corrispondente al +40,6%, il numero dei colloqui richiesti ed effettuati, che sono passati da 1.691 a .2847. “Maggiore presenza nei centri d’ascolto significa maggiori difficoltà e dunque più richieste di aiuto”, ha spiegato il vicedirettore della Caritas, Massimiliano Lotti, autore del rapporto. Nel 2022 è stabile la percentuale degli italiani, il 34% sul totale degli utenti. Le altre nazionalità sono quella georgiana (10,6%, in forte aumento rispetto al 2021), marocchina (10,2%), nigeriana (9,5%), albanese (7,%), pakistana (4,2%). Ancora superiore, anche se di poco, la presenza femminile ai centri d’ascolto rispetto a quella maschile: 45,6% contro 54,4%.
Nel 2022, sempre nel periodo gennaio-settembre, sono stati 1.221 i minorenni raggiunti dai centri d’ascolto, di questi 212 appartengono a nuclei familiari dove i genitori non hanno titoli di studio o al massimo hanno un basso grado di scolarizzazione (solo la licenza elementare), mentre 890 vivono in famiglie senza lavoro o con una occupazione saltuaria. Per quanto riguarda le problematiche vissute dalle persone in difficoltà, la percentuale più alta corrisponde alla mancanza di reddito: il 52,5% non è capace di provvedere in modo sufficiente all’economia familiare. Le cause sono la mancanza di lavoro, problemi di salute o di dipendenze, ma anche difficoltà legate a situazioni di conflittualità in famiglia.

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