Afghanistan: rete Pnw, “pronti ad accogliere profughi attraverso i corridoi umanitari”

Le organizzazioni della società civile riunite nella rete denominata “Per un nuovo Welfare” (Pnw) dichiarano la loro “immediata disponibilità a farsi parte attiva per allestire in breve tempo un sistema di corridoi umanitari dall’Afghanistan verso l’Italia, per ospitare i dissidenti e i perseguitati del regime talebano”. “Non possiamo stare a guardare impotenti ad una nuova e più tragica Srebrenica, lasciando da sola la società civile afghana”, si legge nella nota diffusa dalla rete “Pnw”.
“Le immagini di questi giorni fotografano impietosamente come venti anni di inutile guerra non hanno riportato né la giustizia, né la libertà per l’Afghanistan”, denuncia “Pnw”, secondo cui, “dopo venti anni di fallimenti militari, le forze della Nato stanno lasciando la terra afghana ad un destino che non è quello ‘naturale’ di quel popolo, ma l’esito di decenni di tensioni militari e paramilitari imposte da governi esterni come la Russia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti d’America”.
Ora, “è fin troppo semplice affidare questa nazione, al centro di evidenti interessi geostrategici, al suo destino prossimo futuro senza esserne responsabili”. Ricordando i caduti italiani in Afghanistan, la nota prosegue: “Per rispetto alla memoria di tutti questi caduti e per tutti i caduti” dell’Afghanistan, che” come tutte le nazioni consideriamo nostra sorella”, “non possiamo ora semplicemente ‘ritirarci’, dobbiamo far avanzare la pace, in ogni modo e investendo con reale utilità una parte di fondi pubblici, che inutilmente avremmo speso in attività militari, nei corridoi umanitari per offrire rifugio a tutti coloro che avendo collaborato con la nostra missione e con la società civile afghana oggi rischiano la vita e dobbiamo batterci perché si riconosca in tutta Europa un immediato diritto di asilo per tutti gli afghani, come abbiamo fatto per i profughi della Siria”.
“Pnw” conclude: “Siamo pronti anche noi a fare la nostra parte, mettendo a disposizione dei corridoi umanitari tutte le nostre sedi ed il nostro sapere organizzativo. Ma bisogna agire e bisogna farlo subito”.

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