Myanmar: appello “urgente” del card. Bo, “Covid-19 ha colpito il nostro popolo con una ferocia sconosciuta”. Mancanza di ossigeno e cimiteri strapieni

“Il Covid-19 ha intrapreso una guerra contro il nostro popolo con una ferocia sconosciuta. Migliaia di persone sono infette, centinaia sono state seppellite in tutta fretta in cimiteri colmi, senza che nessuno piangesse per loro e senza cerimonie. Per le strade affollate, la gente sta aspettando ossigeno giorno e notte. Dolore”. Comincia così un appello “urgente” che il card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon e presidente dei vescovi birmani, ha fatto arrivare ieri dal Myanmar con il titolo: “È tempo di salvare vite umane”. È da febbraio che la giunta militare guidata dal generale Min Aung Hlaing, è salita al potere facendo sprofondare il Paese in una violenta repressione ed una guerra civile che certamente hanno aggravato la situazione epidemiologica locale. Il Paese sta affrontando in queste ore la sua peggiore ondata di infezioni e dal 17 luglio il Paese è entrato in un lockdown parziale. L’emergenza più grave è la mancanza di ossigeno. Le persone si mettono in fila alla disperata ricerca di ossigeno perché gli ospedali sono pieni e molti sono costretti a curare i sintomi del Covid-19 a casa. “Non è questo il tempo per infliggere ulteriori ferite. Questo è il tempo per guarire”, scrive l’arcivescovo Bo. “Il Myanmar ha già versato troppe lacrime recentemente. Per favore, per favore fermate ogni conflitto. La sola guerra che dobbiamo fare è contro l’invisibile e letale virus che ha dimostrato di essere invincibile anche per le superpotenze del mondo. Possiamo permetterci guerra, conflitto e rifugiati ora? È tempo per formare un esercito di volontari, armati di kit sanitari e in grado di raggiungere il nostro popolo che sta soffrendo molto”. Il cardinale ricorda come il Myanmar ha saputo affrontare le passate due ondate del virus in modo unito. I giovani si erano generosamente offerti di prestare servizio nei centri di cura e l’eroismo degli operatori sanitari impegnati in prima linea “ci hanno fatto commuovere fino alle lacrime”. “È tempo – scrive l’arcivescovo – di tornare a lavorare insieme e in unità. Siamo capaci di farlo ancora”. L’arcivescovo lancia quindi un appello alle autorità del Paese: “Uniti possiamo salvare vite umane; divisi ne seppelliremo migliaia. La storia sarà un crudele giudice se falliremo nella compassione. Lavoriamo uniti. Abbiamo affrontato molte sfide come popolo e come Nazione. Affronteremo questa sfida insieme”.

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