Francia: domani in Assemblea nazionale progetto di legge su eutanasia. Mons. Aupetit (Parigi), “di fronte a una persona che soffre, la soluzione non è ucciderla, ma accompagnarla”

“Quando ci si trova di fronte a una persona che soffre, la soluzione non è ucciderla, ma prendersene cura e accompagnarla”. Con queste parole mons. Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi, prende posizione sulla proposta di legalizzare l’eutanasia, che sarà discussa domani, in seduta pubblica, all’Assemblea nazionale. Il disegno di legge 288, presentato dai deputati del gruppo “Libertés et Territoires”, promette “assistenza medica per porre fine alla propria vita”, “aiuto attivo, morte rapida e indolore” ad un paziente “in fase avanzata di una malattia grave e incurabile. In un’intervista nei giorni scorsi su France Inter, l’arcivescovo di Parigi ha parlato più volte della professione di medico, che ha esercitato prima di diventare vescovo. L’intervista è stata riportata dal settimanale cattolico francese “Famille Chretienne” alla vigilia della discussione in aula. L’arcivescovo – si legge nel resoconto – ha esordito invocando cautela di fronte ai sondaggi, i cui risultati sono più volte citati dagli attivisti per sostenere il diritto a “morire con dignità”. Secondo tali sondaggi, il 96% della popolazione francese sarebbe favorevole. “È chiaro – ha argomentato mons. Aupetit – che se ti viene chiesto se vuoi soffrire morendo, nessuno ti dirà di sì!”. L’arcivescovo ha fatto poi notare l’incongruenza di avviare questo progetto di legge in periodo di pandemia, cioè “proprio nel momento in cui la morte ci circonda ovunque. Al contrario, dovremmo lottare per la vita!”. Da “medico”, mons. Aupetit, ha poi cercato anche di smontare la falsa opposizione tra l’eutanasia da una parte e la sofferenza dei malati dall’altra. È compito dei medici alleviare il dolore ma “non è compito del medico uccidere le persone” e cercare di affidare ai medici l’atto di uccidere un malato è “gravissimo”. Sulla questione, è intervenuto anche lo scrittore Michel Houellebecq che, sul quotidiano Le Figaro, ha scritto: “Una civiltà che legalizza l’eutanasia perde ogni diritto al rispetto”.

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