Laudato si’: mons. Di Donna (Acerra), “creare un coordinamento tra le 78 diocesi interessate dall’inquinamento ambientale”

“La Chiesa ha ascoltato il grido della terra e dei poveri, come dice Papa Francesco, e, di fronte alla debolezza della politica e delle istituzioni, è diventata punto di riferimento per le persone”. Lo ha detto mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del convegno on line, “Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro”, promosso per il 17 aprile. “Con il convegno di sabato – ha aggiunto – Acerra diventa luogo simbolo della Terra dei fuochi, ma parteciperanno le 78 diocesi italiane che sono interessate dal fenomeno dell’inquinamento ambientale, che riguarda trasversalmente tutto il nostro Paese”. Mons. Di Donna ha ricordato il cammino che già da anni stanno compiendo le 10 diocesi campane comprese in un territorio tra Napoli e Caserta, la cosiddetta Terra dei fuochi, a partire dalla Laudato si’ e dalle denunce della gente. “Siamo impegnati anche sul fronte dell’educazione alla custodia del Creato nelle comunità. Se non entra nei cammini di fede, nelle omelie, nella pastorale ordinaria c’è il rischio che resti un argomento di élite”, ha sostenuto il presule. In quella che i vescovi delle 10 diocesi hanno chiamato “Operazione verità”, si è cercato di “comprendere il fenomeno, analizzandolo. Ad esempio, si passa dall’allarmismo ingiustificato al negazionismo irragionevole, restando, come dice il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, nell’immobilismo. L’anno scorso a Teano abbiamo promosso anche un incontro con i sacerdoti, poi le nostre attività sono state fermate dall’emergenza sanitaria”.
Tra le idee lanciate da mons. Di Donna, “un sussidio catechistico e un osservatorio ad hoc”, oltre alla “necessità di riprendere il dialogo con le istituzioni, perché da questa situazione si esce solo se tutti insieme”. E anche se “sta crescendo una sensibilità ambientale, c’è ancora troppa sottovalutazione”. Ancora: “Il convegno di sabato non sia un episodio isolato, ma, a partire da Acerra nasca un coordinamento tra le 78 diocesi interessate dal problema dell’inquinamento ambientale”. E ha concluso con un auspicio: “La Chiesa italiana metta l’impegno ambientale nelle sue priorità pastorali”.

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