Sermig: Mattarella, “le cose impossibili sono in realtà possibili”. “La sorte degli altri è anche la nostra”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Il Palasermig inaugurato questa mattina a Torino “dimostra che le cose impossibili sono in realtà possibili. Questo è il messaggio che oggi viene”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’inaugurazione del Palasermig.
Il Capo dello Stato si è detto “molto contento per questo nuovo incontro con il Sermig, gli amici del Sermig e tante persone che guardano con simpatia e sostengono questo impegno”. “Questo è un momento importante”, ha osservato, rivelando che “quando poc’anzi Ernesto Olivero ha tagliato il nastro – inaugurando questo palazzetto, concludendo questo percorso veloce che ha realizzato questa struttura di grande importanza per il territorio – è stato emozionante. Vedere poi le immagini di com’era questo luogo e com’è diventato dà l’idea di quanto sia facile per il Sermig realizzare sogni impossibili”.

Mattarella ha sottolineato il valore dell’iniziativa “in sé, per chi la realizzerà, per chi grazie ai volontari potrà fare sport in maniera aperta, serena e, così, crescendo nella capacità di far squadra, di giocare competere con gli altri rispettandosi e apprezzando il risultato e il talento degli altri”. Il presidente ha posto poi l’accento sul fatto che “crescere nei valori dello sport – lealtà, collaborazione, amicizia reciproca – è una grande risorsa, un grande elemento nella vita civile”. Inoltre, ha proseguito, “lo sport è per un territorio un punto di aggregazione, di coesione”.
Il Capo dello Stato, rivolgendosi anche ai rappresentanti delle istituzioni presenti alla cerimonia, ha ribadito che “le cose che appaiono impossibili non lo sono”. Ma servono “iniziativa, fiducia, affidamento alla solidarietà”. Per questa ragione ha voluto ringraziare chi ha dato il proprio contributo perché “hanno dato un grande esempio di come si vive insieme, di come si è insieme comunità”. Mattarella ha concluso osservando che a “mettersi nelle scarpe, nei panni degli altri si scopre che sono i panni propri. Si scopre che la sorte degli altri è anche la nostra che si realizza insieme a quella degli altri”.

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