Recovery Fund: Bruni (economista), “grande provvidenza da parte dell’Europa”, ma non sottovalutare “la maledizione delle risorse”

“Ci sono più livelli di valutazione di questa vicenda”. Lo ha detto al Sir l’economista Luigino Bruni, commentando il “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, messo a punto nelle ultime ore dal Governo e nell’ambito del quale verranno utilizzati i soldi del Recovery Fund. “A un livello più generale e di senso comune non possiamo non essere contenti dell’ingente quantità di fondi che sta arrivando in un momento storico in cui c’è un grande bisogno di liquidità per programmare il futuro – ha detto Bruni -. Abbiamo ricevuto una sorta di provvidenza da parte dell’Europa, che ha dimostrato un grande senso di responsabilità. Anche la distribuzione dei fondi è ben fatta e ci può permettere di fare numerosi investimenti per l’avvenire del Paese. C’è inoltre da dire che in momento storico come questo, in cui abbiamo perso tante persone anziane in una forma inedita, è commovente pensare che l’Europa decida di ripartire dai giovani con questo piano chiamato appunto ‘Next Generation’”. Tuttavia, per Bruni, ci sono anche altri aspetti da sottolineare. In particolare, “un punto che rimane decisivo è dato dal fatto che non è per niente ovvio che l’arrivo di fondi in un Paese come il nostro dia davvero i frutti sperati. Quando arrivano molti soldi tutti insieme, infatti, non è automatico che questo aiuti il benessere generale dei cittadini. In economia questa viene chiamata ‘maledizione delle risorse’”, ovvero il fatto che “una grande disponibilità di denaro porti a una sorta di pigrizia che non permette di sviluppare appieno i mezzi già presenti, mentre noi dovremmo attingere di più alle nostre risorse già esistenti e combattere quello che non funziona, come il gioco d’azzardo, la corruzione, l’evasione fiscale e l’economia delle mafie. Abbiamo il settore del ‘nero’ che è la più grande economia informale d’Europa. Sono malattie locali che vanno combattute assolutamente, altrimenti tra qualche anno ci troveremo impoveriti da questo grande fondo che sta arrivando”. Qui “sta il paradosso del quale non si parla mai, ma che non deve essere sottovalutato. Nella storia dell’Europa sappiamo che i Paesi si sono risollevati quando hanno dapprima saputo attingere alle proprie risorse e in un secondo momento a quelle che venivano da fuori. Non possiamo illuderci che senza combattere queste nostre malattie e senza attivare le nostre risorse italiane riusciremmo a salvarci solo con aiuti esterni”. “Questa grande provvidenza che è il Recovery Fund – ha concluso Bruni – va benissimo, ma non deve farci abbassare la guardia e dimenticare queste urgenze”.

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