Coronavirus Covid-19: Arci e Acli, “riaprire subito i circoli per non lasciarli morire. Ristori insufficienti”

“Migliaia di circoli e associazioni di promozione culturale e sociale, chiusi in seguito alle misure anti-Covid del Dpcm dello scorso ottobre dopo essere stati già fortemente penalizzati dal primo lockdown, sono oggi allo stremo, come abbiamo denunciato nei mesi scorsi. Riaprire – anche solo parzialmente e quantomeno per quelle attività che oggi sono consentite ai soggetti profit – per loro significa sopravvivere”. Lo dichiarano in una nota congiunta la presidente nazionale dell’Arci, Francesca Chiavacci, e il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini.
“Siamo consapevoli delle difficoltà legate alla pandemia e alla situazione epidemiologica in Italia ma – affermano – crediamo che, anche in questo momento in cui si parla di molte Regioni che entreranno in zona arancione non si debbano ancora una volta dimenticare e discriminare il ruolo e le attività del mondo dell’associazionismo di promozione sociale e culturale del Terzo settore”. “Per questo – proseguono Chiavacci e Rossini – torniamo a chiedere di far ripartire le attività di migliaia di esperienze associative, in sicurezza e nel rispetto delle norme per la tutela della salute di ognuno, così come si sta ipotizzando in queste ore per altri settori, a partire dai musei”. Circoli e associazioni di promozione culturale e sociale “hanno continuato anche in questo periodo, tra mille difficoltà e problemi, a resistere e ad essere un punto di riferimento fondamentale per tantissimi cittadini. Un baluardo della solidarietà e del mutualismo in un momento in cui le comunità fanno sempre più fatica a mantenere legami”. Ma queste realtà, denunciano Arci e Acli, “non potranno però resistere ancora a lungo e migliaia di circoli, se la curva epidemiologica continua a salire, rischiano di non riaprire mai più. È un pericolo che non possiamo correre e che avrebbe delle ricadute drammatiche sul tessuto sociale del nostro Paese”. “Apprezziamo il Fondo straordinario di 70 milioni previsto per gli enti del Terzo settore ma crediamo siano insufficienti e rischino di arrivare troppo tardi”, concludono Chiavacci e Rossini: “Ci auguriamo che nei provvedimenti di Ristoro vengano stanziati fondi in grado di sostenere davvero tutti i circoli e le attività delle associazioni di promozione sociale. Vogliamo riaprire i nostri circoli e continuare ad essere punti di riferimento di inclusione e di solidarietà per tutto il Paese”.

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