Missioni: Pime, morto padre Mario Meda. Fu “l’inventore” del sostegno a distanza

È morto, lo scorso 9 gennaio, padre Mario Meda, a 93 anni, nella casa dei missionari anziani a Rancio di Lecco. Fu l'”inventore” del sostegno a distanza, l’iniziativa di solidarietà che da tanti anni il Pime promuove in favore dei bambini, ma anche dei giovani, dei disabili e dei seminaristi, nelle sue missioni in tutto il mondo. Era stato, infatti, proprio padre Meda dalla Birmania, dove era missionario, a lanciare nel 1958 l’idea, allora del tutto inedita, di affidare a una famiglia di benefattori lontani l’aiuto di un singolo bambino in un Paese straniero, con una sorta di “adozione” appunto a distanza.
Padre Mario – nato a Desio (Mi) nel 1927, ordinato sacerdote dal card. Schuster nel 1954 – era arrivato a Kengtung quell’anno, nell’attuale Myanmar. Le prime famiglie coinvolte nel progetto inizialmente furono americane, attraverso il Centro missionario Pime di Detroit. Quando poi nel 1966 – come tutti gli altri missionari del Pime – dovette subire la sorte amara dell’esilio imposto dal governo dei militari a tutti i religiosi stranieri entrati nel Paese dopo l’indipendenza, l’idea del sostegno a distanza fu portata avanti dal nuovo Centro di animazione missionaria che nel frattempo il Pime aveva aperto a Milano e a cui padre Meda venne inviato.
In forma strutturata partì dunque nel 1969 e fece da apripista in Italia a tanti altri enti e associazioni che ancora oggi adottano questa forma estremamente popolare di aiuto allo sviluppo. In un’epoca in cui non esistevano gli strumenti informatici di oggi per gestire i database, da Milano padre Meda insieme al confratello padre Mauro Mezzadonna (anche lui scomparso due anni fa) arrivarono con le loro schedine cartacee a mettere in relazione anche 17.000 donatori con una bambina o un bambino segnalato dalle missioni del Pime di tutto il mondo. “Adozioni d’amore a distanza” le chiamavano allora. Ed è un impegno per il quale nel 2004 padre Mario Meda fu anche ufficialmente insignito dell’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza a Milano, che gli fu consegnata dall’allora sindaco Gabriele Albertini.

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