Irlanda: Rapporto choc sugli istituti per ragazze madri. Mons. Martin (vescovi cattolici), “anche Chiesa parte del sistema, chiedo scusa”

“Accolgo con favore la pubblicazione del Rapporto ‘Mother & Baby Homes’. In qualità di leader della Chiesa oggi, prendo atto che la Chiesa fosse chiaramente parte di quella cultura in cui le persone venivano spesso stigmatizzate, giudicate e rifiutate. Per questo, e per il dolore di lunga durata e l’angoscia emotiva che ne sono derivati, chiedo scusa senza riserve ai sopravvissuti e a tutti coloro che sono personalmente coinvolti dalla realtà scoperta”. Comincia così una lunga nota diffusa ieri sera dalla Conferenza episcopale irlandese, a firma del presidente, mons. Eamon Martin. “Sebbene possa essere angosciante, è importante che nei prossimi giorni tutti noi dedichiamo del tempo a riflettere su questo Rapporto che tocca la storia personale e l’esperienza di molte famiglie in Irlanda”, scrive il presidente dei vescovi cattolici. “Il Rapporto della Commissione aiuta a fare ulteriormente luce su quella che per molti anni è stata una parte nascosta della nostra storia comune e mette a nudo la cultura dell’isolamento, della segretezza e dell’ostracismo sociale che hanno dovuto affrontare le ‘madri non sposate’ e i loro figli in questo Paese”. “Dobbiamo chiederci: come è potuto succedere?”, scrive l’arcivescovo. “Dobbiamo identificare, accettare e rispondere alle più ampie questioni sollevate dal Rapporto sul nostro passato, presente e futuro”. Il pensiero del presule si rivolge poi a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di testimoniare contribuendo così a “portare alla luce questo capitolo oscuro della vita della Chiesa e della società” e chiede a ciascuno, secondo la propria responsabilità, di aiutare e sostenere queste persone. Poi il presidente dei vescovi irlandesi lancia un appello perché vengano portati alla luce con informazioni e ulteriori indagini tutti i luoghi di sepoltura che ancora non si sono scoperti. Era il 2017 quando fu scoperta a Tuam, nella contea di Galway, una fossa comune dove furono rinvenuti i resti di circa 800 bambini. “Mi appello a chiunque possa aiutare a farlo. Tutti i luoghi di sepoltura devono essere identificati e contrassegnati in modo appropriato in modo che il defunto e le loro famiglie siano riconosciuti e non vengano mai dimenticati”. “Si spera – è l’auspicio dell’arcivescovo – che questo Rapporto non parli solo del nostro passato, ma dia anche lezioni per l’oggi e per le generazioni future. Come Chiesa, Stato e società in generale dobbiamo garantire tutti insieme che, nell’Irlanda di oggi, tutti i bambini e le loro madri si sentano desiderati, accolti e amati”. E conclude: “Questo Rapporto susciterà molte emozioni man mano che scoprirà verità inquietanti e dolorose sul nostro passato. Lodo coloro che hanno lottato per far raccontare questa storia e ringrazio coloro che hanno già supportato i sopravvissuti attraverso varie organizzazioni e fornendo una piattaforma per far sentire la loro voce”.

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