Dalla Chiesa: mons. Lorefice (Palermo), “un uomo delle istituzioni fedele al suo mandato, fu capace di affrontare gli abissi del male organizzato”

“Dalla Chiesa è rimasto fedele ad una chiamata. Lungo tutto l’arco della sua vita e nei diversi ambiti del suo servizio svolto nell’Arma dei Carabinieri ‘dalle Alpi alle Piramidi’, o come prefetto di Palermo”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia della Messa che ha celebrato stamani in cattedrale nel 38° anniversario dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente della polizia di Stato Domenico Russo. “Ha messo a disposizione la sua vita, la sua professione, la sua intelligenza, la sua esperienza – ha aggiunto il presule -, non temendo di gettare le reti in pieno giorno per combattere le organizzazioni mafiose e terroristiche, per liberare il nostro Paese dall’illegalità a dalla violenza”.
Mons. Lorefice ha poi indicato il prefetto generale come “un vero pescatore di uomini, capace di affrontare con arguzia e professionalità gli abissi del male organizzato e pianificato da esseri brutali attraverso alleanze perverse, e di prendere il largo per salvare donne e uomini destinati alla vita, al bene, alla convivenza solidale e pacifica”. Dunque, “un uomo delle istituzioni fedele al suo mandato: liberare gli uomini dalla sofferenza generata da altri uomini disumani, riscattare la città degli uomini dalle voragini infernali dei sistemi criminali paralleli allo Stato”.

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