Commissione Ue: “piano d’azione sulle materie prime”, un decalogo. All’Europa servono litio, cobalto e metalli

Bruxelles, 3 settembre: la conferenza stampa di Maroš Šefčovič e Thierry Breton (Foto SIR/CE)

“Dobbiamo garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime per soddisfare le esigenze delle tecnologie pulite e digitali – anche nel settore sanitario e nelle industrie spaziali e della difesa – evitando che entrino in competizione tra loro per la limitatezza delle risorse”. Così Maros Sefcovic, responsabile per le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche della Commissione europea presentando il “piano d’azione sulle materie prime”, una fotografia delle necessità di materie prime per l’Europa in prospettiva (2030 e 2050), una valutazione sulle fonti e una definizione di iniziative volte a “ridurre la dipendenza dell’Europa da Paesi terzi, diversificando l’offerta da fonti primarie e secondarie e migliorando l’efficienza delle risorse e la circolarità”. Gli obiettivi di queste valutazioni sono la transizione verde e digitale e criteri determinanti la resilienza e l’autonomia dell’Europa. Si tratta di un’analisi che – ha spiegato in conferenza stampa Thierry Breton, commissario per il mercato interno – l’Ue fa ogni tre anni per “capire che cosa serve” in termini di materie prime, “da dove provengono, che cosa servirà nel medio periodo e come garantire le fonti di approvvigionamento”. Sono 30 le materie prime “critiche”: per la prima volta l’elenco comprende il litio che da qui al 2030 servirà in misura 80 volte superiore all’uso attuale, mentre il cobalto 50 volte. E in molte cose dipendiamo, come nel caso dei metalli, che tra il 75 e il 100% provengono da fonti extra Ue, mentre la Cina ci fornisce il 98% delle cosiddette ‘terre rare’, ha riferito Sefcovic.

Una delle vie da percorrere, ha affermato il vice-presidente, sta nell’economia circolare e nella possibilità di riciclare (e ha citato l’esempio dell’Irlanda che oggi ricicla il 50% del proprio acciaio e zinco). Il piano d’azione proposto, richiede “sforzi dell’industria, della società civile, delle regioni e degli Stati membri” ha sottolineato Breton. Il piano prevede dieci azioni concrete che vanno dalla definizione di una “alleanza europea per le materie prime”, alla identificazione di “progetti di estrazione e trasformazione nell’Ue”, alla ricerca sulle nuove tecnologie di estrazione e lavorazione, sostituzione e riciclaggio, alla definizione di partenariati internazionali strategici per garantire l’approvvigionamento di materie prime fondamentali non presenti in Europa (si guarda al Canada, all’Africa, al vicinato Ue).

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa