Coronavirus Covid-19: sapienti musulmani di Europa, emanata una fatwa sul lavaggio del defunto in caso di morte per malattia infettiva

Al tempo del Coronavirus, i sapienti della comunità islamica europea e internazionale cambiano – adattandole alla emergenza – le antiche regole che dettano nel mondo musulmano la cura del defunto, i riti funebri e le sepolture islamiche. Il Grand Mufti della Bosnia-Erzegovina Husein Kavazović ha emanato una “fatwa sul lavaggio del defunto (Ghusl Mayyit), la vestizione e la preghiera funebre (Janazah) per coloro che sono morti di malattie infettive”, che è stata ripresa dal consensus di Eulema (European Muslim Leaders’ Majlis), il Consiglio dei leader musulmani europei. Ne dà notizia oggi la Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana. Per onorare il defunto, la legge islamica prescrive che i loro corpi debbano essere lavati e avvolti e, dopo la recita di una preghiera funebre, sepolti. Nel caso in cui una persona muoia per una malattia infettiva, le istituzioni sanitarie locali devono essere contattate per determinare il grado di pericolo di diffusione della malattia e i modi adeguati per lavare e avvolgere il corpo. Secondo la fatwa, nel caso di morte per malattia gravemente infettiva dovranno essere applicate le regole del Tayammum (abluzione secca) in sostituzione di quelle del Ghusl (abluzione con acqua), con obbligo per chi esegue il rito di indossare dispositivi di protezione individuale (Dpi). Nel caso in cui il defunto giunga nell’edificio preposto alla purificazione in un sacco mortuario o in una bara, “per evitare la diffusione dell’infezione, il defunto non dovrà essere rimosso da questi ultimi e né sacco mortuario né bara potranno essere più aperti”.
In Italia, le indicazioni europee sono state riprese dalle linee guide emanate per l’emergenza dal Cici, il Centro islamico culturale d’Italia della moschea di Roma, secondo le quali, “là dove le circostanze sanitarie e la salute pubblica non rendano possibile né il lavaggio, né il versamento dell’acqua, né il Tayammum, si proceda direttamente con la stesura del sudario sul defunto, anche in presenza di altri vestiti”. La Coreis, sostenendo le disposizioni emanate dal Governo italiano sulla proibizione di celebrare funerali al fine di evitare assembramenti di persone, indica ai fedeli musulmani di svolgere solo una preghiera funebre ristretta, con un solo imam e un solo membro della famiglia, ed invita i fedeli a sospendere le ritualità funebri del Ghusl (abluzione con acqua) e dell’avvolgimento del corpo nel sudario (kaffan), che dovranno essere sostituiti da un’abluzione secca e da un avvolgimento del sacco mortuario simbolici, invitando le Istituzioni italiane a consentire, nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, tali atti simbolici. Stessa indicazione in Francia è stata data dal Consiglio francese del culto musulmano che, alla luce delle precauzioni imposte in tutto il Paese dall’Alto Consiglio della salute pubblica, ha chiesto agli imam di non procedere ai riti di lavaggio e vestizione del defunto.

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