Coronavirus Covid-19: don Angelelli (Cei) su invito Papa a sacerdoti, “in case e ospedali sempre più a disposizione del popolo di Dio”

foto SIR/Marco Calvarese

“Provo un sentimento di gratitudine nei confronti del Santo Padre perché conoscendo bene il lavoro che stanno svolgendo tanti sacerdoti e cappellani ospedalieri in tutti gli ospedali d’Italia, sono certo che si sentiranno confortati da queste parole”. A dirlo al Sir è il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei don Massimo Angelelli, in questi giorni in prima linea sul fronte coronavirus. “Preghiamo il Signore anche per i nostri sacerdoti, perché abbiano il coraggio di uscire e andare dagli ammalati, portando la forza della Parola di Dio e l’Eucarestia e accompagnare gli operatori sanitari, i volontari, in questo lavoro che stanno facendo”, l’invito formulato questa mattina da Papa Francesco durante la messa a Santa Marta. “In questo momento – spiega don Angelelli – centinaia di preti sono negli ospedali a fianco dei malati e degli operatori sanitari, condividendo tutti i rischi e le fatiche della vita ospedaliera ma anche la grande sfida di annunciare il Vangelo in questo tempo particolare in cui la Chiesa si fa più che mai prossima a tutti sofferenti”. Ulteriore preoccupazione di Angelelli, quella di tutti gli anziani “ai quali è stato chiesto di rimanere a casa da soli”. “Dal nostro ufficio abbiamo sollecitato le parrocchie a organizzarsi affinché l’Eucaristia possa raggiungere anche le persone che vivono in condizione di isolamento. Per quanto riguarda i malati, a determinate condizioni e con le dovute precauzioni, i sacerdoti continuano a visitarli portando loro l’Eucaristia e amministrando il viatico e l’unzione degli infermi”. In questa emergenza, conclude, “i sacerdoti sono ancora di più a disposizione del popolo di Dio: le chiese sono aperte, si possono vivere momenti di preghiera personale, si possono incontrare i pastori. La chiesa è realmente aperta, sia in senso letterale sia nel senso di ascolto e accoglienza di tutte le fragilità”.

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