Querida Amazonia: mons. Pinzón (Colombia), “condividiamo sogno di Francesco. Lottare contro flagello di narcotraffico”

“Condividiamo lo stesso sogno di Papa Francesco”, cioè quello di un’Amazzonia che lotta per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove “la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa”. Lo spiega al Sir Joaquín Humberto Pinzón, missionario della Consolata e vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguízamo-Solano (Colombia), che nelle sue comunità ha subito avviato un lavoro di conoscenza e recezione dell’esortazione apostolica Querida Amazonia. “In questo momento in Colombia –spiega – abbiamo un modello educativo, diffuso in tutto il Paese, per il quale non ha alcuna considerazione l’identità dei popoli e dei loro territori. Occorre pensare a un’educazione adeguata a questi territori”.
Del resto, riflette il vescovo, il piano pastorale del vicariato di Puerto Leguízamo, attuato fin dal 2013, contiene molte proposte che “sono in sintonia con il Sinodo”. Il piano si conclude con un auspicio: “Desideriamo una Chiesa con un volto amazzonico”. Quindi, prosegue il vicario apostolico, “per noi non è una cosa totalmente nuova, ma si tratta di continuare un processo che abbiamo avviato attraverso una Chiesa che ha come sua identità quella di accogliere i diversi popoli e le diverse famiglie presenti”.
In questa regione amazzonica, conclude mons. Pinzón – le sfide sono molte. Una delle principali è accompagnare le comunità a far fronte al narcotraffico, che si è praticamente preso tutto. “Non si tratta solo di una questione economica, ma di un flagello che modifica lo stile di vita. Quella del narcotraffico è una proposta di denaro facile e in poco tempo”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta al Sir: “Il messaggio del vescovo Pinzón esprime la freschezza del lavoro pastorale ispirato dall’esortazione di Papa Francesco Querida Amazonia, nelle numerosi diocesi che attraversano l’Amazzonia, per costruire una Chiesa dal volto amazzonico e indigena, che denunci i peccati ecologici come il narcotraffico e la distruzione della Casa comune”.

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