“Una bella sorpresa! Sono qui mentre il gruppo elettrogeno è ancora acceso, e riesce a sovrastare i rumori della foresta, e le migliaia di insetti che friniscono nella notte”. Così padre Aurelio Gazzera, carmelitano scalzo, vescovo di Bangassou, nella Repubblica Centrafricana, racconta al Sir la sua reazione a caldo appena saputa la notizia dell’elezione di Papa Leone XIV. Insieme ad un francescano polacco e a un sacerdote centrafricano hanno assistito a questo momento storico, “mentre le campane della cattedrale suonano, insieme a quelle di San Pietro, di Notre Dame e di tante chiese nel mondo”.
“Quando il cardinal Mamberti annuncia il nome del nuovo Papa, c’è un momento di panico – confida -. Non abbiamo capito bene il cognome, e non sappiamo neanche di che nazionalità sia! Anche la televisione resta sul generico per qualche minuto… finché non riusciamo a scoprire che è nato negli Usa, ed è stato missionario per più di 20 anni in Perù. Ed è agostiniano. Quando finalmente appare sulla Loggia, è una bella sorpresa. Lo ascoltiamo con attenzione, cerchiamo di scrutare i dettagli del volto, di capire l’emozione e i sentimenti che sta vivendo. Ma è una bella sorpresa!”
Quando è apparso Leone XIV, prosegue, “mi sono reso conto che tutti i pronostici, ancora una volta, sono andati in fumo, grazie al vento dello Spirito Santo. Analisi, biografie, ricerche: tutto (o quasi) inutile! I cardinali hanno fatto in fretta, e questo è un bel segno di quanto sia bella e giovane nostra madre, la Chiesa. Mentre i media discutevano di destra e sinistra, progressisti e conservatori, i cardinali hanno scelto il successore di Pietro”.
Tra le sorprese che il vescovo di Bangassou intravede: “E’ nato negli Usa: una Chiesa vivace e abituata a vivere in una cultura religiosa, ma che spesso vede i cattolici con sospetto… E’ stato missionario in Perù per molti anni. E’ bellissimo che il Papa sia un missionario! E’ un figlio di Sant’Agostino: un santo eccezionale, che amo moltissimo, e che 1.600 anni fa è stato conquistato da Cristo, e l’ha lasciato incarnarsi nella sua vita, nel suo pensiero, nella sua azione”.
Il vescovo commenta le prime parole che ha pronunciato: “semplici ma piene di emozione, di fede e di attenzione a ciò di cui il mondo ha più bisogno: la pace sia con tutti voi!” “Il Signore ci ha fatto una bella sorpresa, con questa elezione! Credo proprio che dobbiamo anche noi metterci all’ascolto di quello che lo Spirito Santo ci dice, senza fare troppe analisi e proiezioni, ma mettendo al lavoro, e alla preghiera per questa Chiesa giovane e bella. Giovane e bella perché di Cristo. Giovane e bella perché missionaria!”, conclude.