“Averla qui a Pompei, davanti al santuario della Beata Vergine del Rosario, per la celebrazione eucaristica e la recita della supplica di maggio, nel giorno in cui i cardinali elettori sono riuniti in Conclave, è un segno ineffabile del suo amore alla Chiesa e della devozione alla Madonna del Rosario alla quale affidiamo anche le nostre preghiere perché lo Spirito di Dio illumini e presieda ogni momento dei lavori”. Lo ha detto l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, rivolgendosi al card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che oggi presiede la messa e la supplica alla Madonna di Pompei, nella ricorrenza dell’8 maggio.
“Oggi, infatti, in questo grande Cenacolo in cui, come gli Apostoli siamo perseveranti e concordi nella preghiera con Maria, la Madre di Gesù, la nostra supplica avrà una speciale intenzione per il Papa che lo Spirito Santo donerà alla Chiesa. È a lui che penseremo quando reciteremo le parole: ‘Benedici, in questo momento, il Romano Pontefice'”, ha aggiunto il presule, evidenziando: “La sua testimonianza, eminenza carissima, e il suo esempio ci insegnano ancora una volta come si possa amare e servire con zelo, la Chiesa nell’unità del Corpo mistico di Cristo. Alla gratitudine non possiamo, perciò, non aggiungere la gioia per una presenza che avvertiamo davvero come un privilegio. Lei, che aveva qui presieduto la celebrazione eucaristica e la preghiera della supplica nel 1996 e nel 2010, ne è il primo celebrante, dopo che Papa Francesco, il 24 febbraio scorso, dalla cattedra della sofferenza del Gemelli, ha firmato il decreto per la canonizzazione del beato Bartolo Longo. Nella sua presenza non possiamo che vedere il compimento, straordinario e misterioso, di un provvidenziale disegno divino, che viene da lontano e nel quale riconosciamo la materna intercessione di Maria”.
Mons. Caputo ha anche ricordato come il card. Re abbia saputo trasmettere “la pienezza di quel senso di Chiesa” nei “giorni che hanno accompagnato il transito terreno del nostro amato Papa Francesco”. “Sul sagrato di San Pietro, alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia, presiedendo le esequie del Pontefice, ha affidato la sua anima nelle mani del Signore, davanti alla testimonianza di una folla incalcolabile nel numero e ancora di più nell’intensità dell’affetto. Le sue parole – ha sottolineato l’arcivescovo di Pompei – hanno illustrato, con sapienza e amore fedele, quella ‘via della donazione’ che Papa Francesco ha scelto di percorrere fino all’ultimo giorno della sua vita terrena. Ripercorrendo il suo linguaggio ricco di immagini e illuminato dalla sapienza del Vangelo, lei ci ha indicato le sfide e i problemi del nostro tempo, incoraggiandoci a vivere da cristiani le prospettive e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che Papa Francesco amava indicare come ‘cambiamento d’epoca’”. E anche ieri, nel giorno di apertura del Conclave, presiedendo, in San Pietro, la Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice”, il card. Re “ha come accompagnato, fin sulla soglia della Cappella Sistina, i suoi confratelli cardinali chiamati a dare un nuovo Papa alla Chiesa universale. E in questi giorni impegnativi li ha assistiti nel corso delle Congregazione generali che così da vicino hanno preparato il Conclave”.