Quaresima: mons. La Placa (Ragusa), “conversione non è solo cambiamento di facciata, deve arrivare fino al cuore”

“La Quaresima, lungi dall’essere un periodo cupo, triste, fatto solo di rinunce e impegni gravosi, è soprattutto il tempo della gratitudine e della riconoscenza perché ci pone dinanzi agli occhi la Croce gloriosa di Cristo, la sua offerta d’amore che ci ha ridonato la libertà perduta con il peccato”. Lo scrive il vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa, nel suo messaggio per Quaresima che si intitola “Il ritorno al cuore”. “La conversione che il Signore ci chiede”, spiega il presule, “non è solo un cambiamento di facciata, che si limiti alla superficie o all’esteriorità, ma un cambiamento che deve avvenire dentro di noi, che arrivi, appunto, fino al cuore. Se non cambia il cuore, non cambia nulla”.
“Ritornare a Dio con tutto il cuore” vuol dire, afferma, “semplicemente intraprendere la strada dell’unificazione del cuore”. E avere un cuore unificato “vuol dire semplicemente avere un cuore pulito, trasparente, senza doppi fini, senza ambiguità; vuol dire avere un cuore semplice. La persona dal cuore semplice è una persona trasparente nella quale le parole, i gesti e i comportamenti sono coerenti, limpidi, senza doppiezza; è una persona che mette Dio al centro della propria vita e tutto fa girare attorno a lui: desideri, progetti, scelte, lavoro, gioie e dolori, conquiste e sconfitte”.
Il vescovo osserva: “Quando la nostra esistenza è sostenuta da un’unica forza ed è protesa verso un unico fine, e cioè Dio, scompare lentamente il nostro ‘io’ egoistico che ci intristisce nella solitudine, ed emerge al suo posto il ‘Tu’ di Dio e il ‘tu’ del fratello. L’esperienza del Cammino sinodale che stiamo vivendo è, in questo senso, un importante esercizio spirituale. Ci vuole, infatti, un cuore semplice per non opporre all’ascolto dell’altro la barriera dei nostri pregiudizi e accoglierne le parole con gratitudine e in spirito di fraterna condivisione. Solo allora il nostro sarà un dialogare ‘cordiale’; solo allora la sinodalità non sarà solo un bel tema, uno slogan, un logo o un evento, ma un vero e proprio cammino di conversione quaresimale, personale e comunitario”.
Mons. La Placa offre anche delle indicazioni: “La Quaresima è tempo di preghiera, di una preghiera più intensa, più prolungata, più assidua. Proviamo, allora, a dedicare quotidianamente qualche minuto alla preghiera, magari leggendo e meditando il Vangelo del giorno. Impariamo anche a praticare il digiuno, non solo quello alimentare, ma soprattutto quello delle parole. Impegniamoci, dunque a rivolgerci agli altri con parole buone, vere, belle e gentili. E, infine, la carità: tutti siamo a conoscenza di situazioni di solitudine e di difficoltà in cui si trova qualche persona di nostra conoscenza. Prendiamoci l’impegno di farle visita almeno una volta alla settimana, o chiamarla per telefono per darle un po’ di compagnia e di conforto”.

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