Opera di Santa Maria del Fiore: Firenze, il 21 febbraio Prima nazionale del documentario sul Battistero. Oggi trailer su YouTube

Il 21 febbraio, alle 18 presso il Cinema La Compagnia a Firenze, sarà proiettato in prima nazionale il documentario sul Battistero di Firenze: “San Giovanni. La Porta per il Paradiso” prodotto dall’Opera di Santa Maria del Fiore in collaborazione con Kove, scritto e diretto da Tommaso Santi. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Il documentario, in lingua italiana con sottotitoli in inglese e della durata di 52 minuti, è pensato come un viaggio che parte dai lavori di restauro del Battistero, per raccontare l’origine di questo luogo e scoprire il suo valore spirituale, artistico e civile. Restauratori, storici dell’arte, storici dell’architettura, archivisti, ci accompagnano in questo racconto, che prova a restituire la bellezza di San Giovanni, patrimonio di Firenze e dell’Umanità.
Il trailer del documentario è da oggi visibile on line sul canale YouTube dell’Opera.
“San Giovanni. La Porta per il Paradiso” prende l’avvio dal restauro del Battistero di Firenze che l’Opera di Santa Maria del Fiore ha iniziato nel febbraio 2014, prima intervenendo sulle facciate esterne e il manto di copertura, poi sulla struttura dell’edificio e sulle pareti interne in marmo con decorazione a mosaico e infine, da gennaio 2023, sugli oltre mille mq di mosaici duecenteschi policromi della volta interna. Il documentario prosegue alla scoperta del mistero dell’origine del Battistero di San Giovanni, il monumento più antico della città.
Se straordinaria, per preziosità e armonia, è la sua architettura, eccezionale è anche la decorazione che lo ha arricchito dal Medioevo al Rinascimento. Tanta magnificenza fu possibile grazie allo sforzo congiunto della Chiesa e dell’Arte di Calimala, la più potente fra le corporazioni professionali che formavano il tessuto politico e sociale della Repubblica fiorentina. Agli inizi del XII secolo il rivestimento delle pareti dell’ottagono era già compiuto e l’architettura interna era scandita dalle colonne di granito addossate alle pareti, coronate da capitelli in parte provenienti da edifici del tempo di Roma antica. Nello stesso periodo veniva realizzato il pavimento di marmi intarsiati, al cui centro sorgeva il perduto fonte battesimale, una grande vasca ottagonale marmorea citata dallo stesso Dante quando, esule, ricorda “il bel San Giovanni”. Nel secolo successivo, tra il 1240 e il primo decennio del Trecento, gli otto spicchi della grande cupola furono rivestiti interamente da tessere musive in vetro, composte a rappresentare il Giudizio finale e con cicli di storie della Genesi, di Giuseppe Ebreo, del Battista e di Cristo. Oltre mille mq di mosaico, abbagliante per l’oro dei fondi e per la vivida policromia dei soggetti raffigurati, ai quali lavorarono tre generazioni di artisti e lo stesso Cimabue, maestro di Giotto.

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