Venezuela: incontro tra i presidenti, Nicolás Maduro, e della Guyana, Irfaan Ali, sull’Esequibo. Onu presente in qualità di osservatore

I presidenti del Venezuela, Nicolás Maduro, e della Guyana, Irfaan Ali, si incontreranno oggi, 14 dicembre, a Kingstown, capitale di Saint Vincent e Grenadine, per discutere della territorialità dell’Esequibo, territorio ricco di risorse naturali su cui esiste una disputa di lunga data tra i Paesi sudamericani, oggetto di referendum consultivo sull’annessione, da poco celebrato in Venezuela. Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha accolto con favore l’incontro e ha invitato i leader “a risolvere le loro divergenze con mezzi pacifici, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale”. L’incontro allenta la tensione che è salita a livelli di allerta nelle ultime settimane, dopo il referendum, con il dispiegamento di manovre militari nei territori di confine. L’incontro, informa l’Onu in un comunicato, è ospitato dalla Comunità dei Caraibi (Caricom) e dalla Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac). Stephan Dujarric, portavoce di Guterres, ha dichiarato ieri che il Segretario generale ha lodato gli sforzi compiuti per riunire le parti, nonché il sostegno espresso dal Messico e dalla comunità internazionale.
Dujarric ha anche informato che le Nazioni Unite hanno ricevuto un invito dal primo ministro di Saint Vincent e Grenadine e presidente pro tempore della Celac a partecipare all’incontro in qualità di osservatore, e ha detto che il capo di Stato maggiore, Courtenay Rattray, rappresenterà le Nazioni Unite, accompagnato da Miroslav Jenča, sottosegretario generale per l’Europa, l’Asia Centrale e le Americhe.
Il portavoce ha, inoltre, ribadito che il segretario generale non prende posizione nel procedimento in corso presso la Corte internazionale di giustizia (Cig) sulla disputa territoriale. Il 1° dicembre, il massimo organo giudiziario delle Nazioni Unite ha ordinato al Venezuela di non prendere alcuna misura che possa alterare “la situazione attualmente esistente” nel territorio conteso dell’Esequibo. La Corte ha, inoltre, ordinato a entrambe le parti di astenersi “da qualsiasi azione che possa aggravare o estendere la controversia in corso o renderne più difficile la risoluzione”.

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