Messaggio del Papa per la pace: Guillermin, “non possiamo basarci unicamente sugli algoritmi, imprigionando le persone nei loro profili”

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“Dobbiamo controllare il più possibile i nostri progressi tecnologici, assicurando che siano affidabili, particolarmente quelli coinvolti negli algoritmi dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, questo forzo verso un sempre maggior controllo non dovrebbe renderci ciechi sulla necessità di riflettere sui loro fini e le loro intenzioni”. Lo ha detto Mathieu Guillermin, professore associato di filosofia ed etica della scienza e della tecnologia all’Università Cattolica di Lione, intervenendo alla presentazione del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace, dedicato all’intelligenza artificiale. Il “paradigma tecnocratico”, come avverte Papa Francesco, “potrebbe promuovere la nostra riluttanza nel riconoscere i limiti dei nostri poteri di controllo”, ha osservato il relatore, secondo il quale “concentrarsi esclusivamente su ciò che è misurabile mina la nostra abilità di pensare adeguatamente cosa è in gioco nelle nostre vite, e quindi la nostra abilità di sviluppo e di uso corretto delle tecnologie dell’ intelligenza artificiale”. “Non possiamo basarci unicamente sugli algoritmi”, il monito dell’esperto: “gli algoritmi possono forse prevedere cosa una persona desideri, cosa può attirare la sua attenzione, ma non dovremmo mai consentire ad essi di imprigionare le persone nei loro profili”. “Se le scienze naturali producono una conoscenza che conferisce un sempre più grande potere trasformativo, è ancor più necessario studiare le leggi della realtà storica”, ha affermato padre Riccardo Lufrani, docente di teologia delle tecnoscienze e teologia morale presso l’Università Lumsa di Roma. “Altrimenti – ha proseguito – come rileva Papa Francesco nel suo Messaggio, si lascia al solo paradigma tecnico-scientifico il compito di plasmare la società secondo l’ideologia che anima la prassi”. “Dobbiamo impegnarci a garantire formazione tecnica di qualità nel campo dell’intelligenza artificiale a tutte le giovani donne e uomini, da tutto il mondo, che desiderano mettere a frutto i loro talenti in questa disciplina, con dedizione ed entusiasmo”. Ne è convinta Barbara Caputo, professoressa ordinaria presso il Politecnico di Torino dove dirige l’Hub sull’intelligenza artificiale dell’ateneo. “L’intelligenza artificiale – ha affermato la studiosa – sarà vero progresso per l’umanità solo se la sua conoscenza tecnica approfondita cesserà di essere dominio di pochi”. “Il dibattito sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale è in divenire”, ha concluso, e l’accordo europeo in materia è stato “il primo sforzo di introdurre il tema etico in tale dibattito”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori