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Parlamento Ue: riconoscimento genitorialità, pari diritti per i minori “indipendentemente da come un bambino è stato concepito o dal tipo di famiglia che ha”

foto SIR/Marco Calvarese

(Strasburgo) Con un voto in emiciclo, il Parlamento europeo ha oggi sostenuto il riconoscimento della genitorialità in tutta l’Ue, “indipendentemente da come un bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha”. Con 366 voti a favore, 145 contrari e 23 astensioni, i deputati hanno dato parere positivo alla proposta di legge sul riconoscimento delle decisioni e sull’accettazione degli atti pubblici in materia di filiazione. “L’obiettivo – chiarisce una nota – è di garantire che la genitorialità, così come è stabilita in un Paese dell’Unione, sia riconosciuta automaticamente anche negli altri Stati membri, per offrire a tutti i minori gli stessi diritti previsti dalle leggi nazionali in materia di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione”. Secondo quanto previsto nel testo approvato dai deputati, quando si tratta di stabilire una genitorialità a livello nazionale, i Paesi Ue “potranno continuare a decidere se accettare situazioni specifiche, come ad esempio la maternità surrogata, ma saranno tenuti comunque a riconoscere la genitorialità così come stabilita da un altro Paese dell’Ue, indipendentemente da come il bambino sia stato concepito o dal tipo di famiglia che ha”. Gli Stati membri avrebbero la possibilità di non riconoscere la genitorialità “se manifestamente incompatibile con l’ordine pubblico e solo in casi ben definiti”. Ogni situazione dovrà essere considerata individualmente per garantire che non vi siano discriminazioni, ad esempio nei confronti dei figli di genitori dello stesso sesso.
I deputati hanno approvato l’introduzione del “certificato europeo di filiazione”, volto “a ridurre la burocrazia e a facilitare il riconoscimento della genitorialità nell’Ue”. Pur non sostituendo i documenti nazionali, potrà essere utilizzato al loro posto e sarà accessibile in tutte le lingue dell’Ue e in formato elettronico.
Ora, dopo aver consultato il Parlamento, i governi dell’Ue dovranno trovare un accordo, all’unanimità, sulla versione finale della normativa.

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