Irlanda del Nord: appello dei vescovi, “per i più poveri della nostra società, non è una crisi. E’ un’emergenza”

“Grande preoccupazione” per “le sfide che devono affrontare i più vulnerabili nella nostra società”. Molteplici sono le pressioni economiche che stanno creando “livelli di privazione pericolosi” per la vita di individui e imprese. “Per i più poveri della nostra società, questa non è una crisi, è un’emergenza”. Ad “alzare la voce” a favore dei più poveri sono i vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord in una nota diffusa oggi in cui chiedono “a tutti, dai rappresentanti pubblici ai parrocchiani delle nostre parrocchie, di riunirsi in uno spirito di solidarietà e di attiva sollecitudine per coloro che hanno bisogno tra noi in questo momento”. I vescovi si dicono particolarmente preoccupati per gli “aumenti drammatici e imprevisti del costo dei beni di prima necessità come cibo, carburante e riscaldamento”. “Sempre più famiglie a basso e medio reddito, anziani e imprese vitali nella nostra economia sono presi dalla paura perché non sanno cosa aspettarsi questo autunno e inverno”. “Pertanto sollecitiamo uno sforzo congiunto da parte di tutti coloro che sono nella Chiesa, nella politica e nella società per aiutare ad affrontare questa crisi ora; agire con giustizia, promuovere il bene comune e mostrare solidarietà alle molte migliaia di famiglie che stanno attraversando difficoltà e preoccupazioni”. “Particolarmente preoccupante – si legge nella nota – è il fatto che nell’Irlanda del Nord un bambino su quattro vive in condizioni di povertà, uno dei livelli di povertà infantile più alti di tutta la popolazione europea. Questo nonostante il fatto che una strategia per la povertà infantile sia stata promessa ormai da anni – l’ultima volta nell’accordo New Decade New Approach – ma non sia stata ancora realizzata, 25 anni dopo l’accordo del Venerdì Santo”. Effusa nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Vincenzo De Paoli, nella dichiarazione i vescovi chiedono “a tutte le nostre comunità parrocchiali di essere in allerta verso coloro che sono più colpiti dall’attuale emergenza, riconoscendo che il disagio è spesso nascosto e che molte persone soffrono in silenzio, essendo riluttanti ad uscire e cercare aiuto”.

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