Reddito di cittadinanza: Occhino (Un. Cattolica), “va utilizzato come supporto formativo e psicologico per gli esclusi”

“Una società non sta in piedi solo con gli inclusi. Bisogna occuparsi degli esclusi, innanzitutto. Venticinque anni dopo la devoluzione delle competenze sul lavoro alle Regioni, attraverso la creazione dei Centri dell’impiego, possiamo dire che il percorso d’inclusione non è stato concluso e non è pienamente funzionale”. Lo ha affermato la preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Roma, Antonella Occhino, durante il suo intervento alla Summer School 2022 della Fondazione Achille Grandi e delle Acli, in corso di svolgimento a Roma.
“La situazione – ha spiegato – è acutizzata dall’avvento delle nuove tecnologie che rischia di escludere ancor di più per quelle persone non scolarizzate che non riescono a confrontarsi con le procedure informatizzate”. Secondo Occhino, “i Comuni devono rinsaldare i progetti utili per la collettività. Oltre alle competenze di monitoraggio e controllo dell’anagrafe, è necessario che rinsaldino i legami con il Terzo settore, come le Acli, che hanno il polso della situazione. Ecco perché bisogna fare in modo che il Reddito di cittadinanza sia collocato nei livelli essenziali di assistenza e venga utilizzato non solo come supporto economico, ma formativo e psicologico per le tante persone spaesate per sentirsi nuovamente utili”.

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