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Spagna: Cee, “il processo sinodale ha rafforzato il senso ecclesiale ed è servito a illuminare la nostra realtà”

“Il sentimento generale che emerge dai documenti ricevuti è che il processo sinodale ha comportato uno sforzo comunitario che ha rafforzato il senso ecclesiale ed è servito sia a illuminare la nostra realtà, come comunità parrocchiali, gruppi e movimenti, sia a stuzzicare l’appetito nel crescere in sinodalità e discernimento”. Così si legge nell’introduzione al documento di 20 pagine che sintetizza “la fase diocesana del sinodo sulla sinodalità” della Chiesa in Spagna, pubblicato sul sito della Conferenza episcopale spagnola (Cee). Il percorso ha coinvolto 215mila persone in 14 mila gruppi sinodali nelle 70 diocesi, ma anche congregazioni religiose, 215 monasteri di clausura, le Caritas e 37 movimenti e associazioni laicali: per lo più “persone già coinvolte nella vita della Chiesa, soprattutto donne”, dice sempre l’introduzione. Poca risposta da giovani e famiglie e anche dai lontani e dai non credenti, “anche se coloro che hanno partecipato hanno espresso la loro sorpresa per l’interesse della Chiesa per conoscere la loro opinione”. I processi sinodali si sono svolti anche in 19 carceri, in residenze di anziani e grazie a insegnanti di religione, nei corsi degli istituti superiori di scienze religiose. La riflessione spagnola si è innestata sui risultati del Congresso dei laici (febbraio 2020) e i cammini sinodali in corso o appena conclusi nelle diocesi. A fronte della “partecipazione numerosa dei fedeli ai processi di ascolto e discernimento”, sono emersi anche dubbi sull’utilità di questa fase sinodale e sfiducia su due versanti: rispetto ai frutti che potranno scaturire, “in conseguenza di precedenti esperienze negative”, e sulla possibilità che i “contributi sarebbero stati effettivamente ascoltati, discerniti e incorporati” nella relazione conclusiva.

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