Diocesi: Reggio Calabria, a Casa Farias una targa dedicata al vescovo Scalabrini e al sacerdote che ha donato la struttura che accoglie migranti

(Foto: Casa Farias)

Il 7 luglio è stata una giornata speciale a Casa Farias a Reggio Calabria perché è stato ricordato chi ha voluto donare questo bene come segno perpetuo della sua attenzione e vicinanza verso le comunità straniere. Don Domenico Farias, docente all’Università e al Seminario, amava profondamente la propria terra, il Meridione, ma spronava i giovani ad essere cristiani attraverso il volontariato, la conoscenza, il viaggio, l’incontro con altre culture e religioni. Quando morì, il 7 luglio 2002, lasciò in eredità all’arcidiocesi la sua casa di famiglia per la cura pastorale dei migranti. Fino alla loro permanenza in città, ci vissero le suore scalabriniane, animatrici del Centro di ascolto nella chiesa di Sant’Agostino.
Da qualche anno, Casa Farias è diventata parte integrante dei progetti di accoglienza e di sostegno dei migranti, finanziati dalla Conferenza episcopale italiana e promossi dalle Cooperative Demetra e Res Omnia, con il Centro diocesano Migrantes e i padri scalabriniani della parrocchia di Sant’Agostino. In occasione del ventesimo anniversario dalla morte di Farias, è stato il vicario generale, mons. Pasqualino Catanese, a scoprire la targa dedicata al sacerdote reggino e al vescovo Giovanni Battista Scalabrini a 25 anni dalla beatificazione.
Il vicario – accompagnato da padre Gabriele Bentoglio, parroco di Sant’Agostino e direttore del Centro diocesano Migrantes – ha potuto visitare la Casa, conoscere gli attuali ospiti, ascoltare le loro storie ed apprendere dagli operatori delle Cooperative come viene strutturato il lavoro di presa in carico e accompagnamento dei migranti.
Ibrahim, al compimento del diciottesimo anno d’età, ha concluso il suo percorso di accoglienza presso una comunità per minori in cui viveva: è stato accolto nella Casa e messo nelle condizioni di imparare un lavoro. Amir ha potuto completare il suo apprendistato in una catena di elettrodomestici, dopo il quale è stato assunto ed è riuscito ad affittare un piccolo appartamento. Per Dam Ndongo e Bolong Jawara, entrambi arrivati su dei barconi, le porte di Casa Farias si sono aperte in questi ultimi mesi, a compimento del percorso di ascolto, valutazione e progettazione imbastito su di loro dall’equipe della Res Omnia. Dam sogna di diventare uno stilista. Qui ha già frequentato le scuole medie e svolto un tirocinio presso le cooperative del gruppo Goel che producono i tessuti e i capi del marchio di moda etica Cangiari. Adesso, col progetto “Libero di essere me stesso”, ha scelto di svolgere un tirocinio formativo presso un ristorante, che ha dato disponibilità per assunzione, ma non abbandona il suo sogno di studiare Fashion design. Gli è stata messa a disposizione perciò una macchina per cucire. Bolong sogna di fare il calciatore e diventare un ingegnere informatico.
In piena sintonia con i padri scalabriniani, operano i giovani professionisti delle Cooperative Demetra e Res Omnia: educatori, psicologi, mediatori culturali, progettisti e formatori.

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