Terra dei fuochi: mons. Di Donna (Acerra), “la salute non si baratta”. “Oggi resistiamo al negazionismo”

(Foto: Luigi Buonicontro - giornale Tablò)

“La salute non si baratta”. Lo ha detto in modo categorico il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana, mons. Antonio Di Donna, in un incontro, avvenuto qualche giorno fa, sul problema della quarta linea dell’inceneritore. Parlando dei possibili ristori che arrivano ad Acerra per avere sul suo territorio l’unico inceneritore funzionante in Campania, il presule ha osservato: “Dietro tutto questo discorso vi è un’ipocrisia di fondo a mio parere. Si dice che l’inceneritore o le aziende non inquinano ma poi si danno i ristori e cioè si ammette implicitamente che ci sono danni da riparare. Perché date i ristori? Evidentemente si riconosce che qualcosa non va e riparano in qualche modo con questo”. Insomma, “non si affronta mai la vera questione. Non ho mai avuto, in questi quasi nove anni di presenza ad Acerra, la risposta a questa domanda, che continuamente ho fatto in tutte le sedi. Voi ci dovete rispondere: perché sempre è solo qui? Perché sempre e solo Acerra? Forse perché già c’è l’inceneritore e il territorio è già inquinato e si finisce per inquinarlo? Forse Acerra si deve sacrificare per tutta la regione? Perché se si ferma l’inceneritore staranno i rifiuti in mezzo alla strada? Ma almeno si abbia il coraggio civile di dirlo apertamente. ‘Voi vi dovete sacrificare per tutta la regione’, ma io questa risposta non l’ho mai ascoltata. Almeno la soddisfazione di saperlo di che morte dobbiamo morire, almeno ditecelo. Invece, noi ribadiamo che Acerra ha già dato, il territorio è saturo, ci vuole la moratoria, bisogna blindare il territorio”.
Di qui la richiesta alla nuova amministrazione di cambiare “il piano territoriale regionale Ptr e si dica che il territorio di Acerra non è un’aria industriale urbana ma è un’area agricola urbana. È questo il modo, a mio parere, per tagliare alla radice molte cose ed impedire che vengono sul nostro territorio sempre e solo aziende inquinanti. Insomma, io non sono un tecnico, si studi la modalità, qualunque essa sia, ma giuridica ufficiale, legislativa, perché le cose cambino”.
Mons. Di Donna ha concluso riprendendo una suggestione dello scorso 25 aprile con la visita del presidente Sergio Mattarella nella festa della Resistenza. “Mi convince sempre più che ci sono più resistenze in questi 70 anni. La prima è stata contro il nazismo nell’ottobre 1943 qui ad Acerra, 90 morti, ma c’è stata una seconda Resistenza negli anni ‘80 contro la camorra, alla marcia di 10.000, nel novembre 1982. Credo che sia iniziata da qualche anno una terza Resistenza, non più contro il nazismo, forse non dico più contro la camorra che c’è ancora ma la resistenza contro il disastro ambientale, che è un obiettivo più ampio dello stesso inceneritore. Abbiamo questa visione più ampia del disastro ambientale e contro l’accanimento ad Acerra. Qui oggi il fascismo si chiama negazionismo, questa resistenza ha avuto e continua ad avere i suoi martiri, che sono i ragazzi e i giovani morti di cancro e di tumore, in questa terza resistenza noi ci siamo ancora. A quando il 25 aprile di questa terza resistenza?”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia