Papa Francesco: accogliere “tutti”, “nella Chiesa c’è posto per tutti”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Tutti!”. È la parola maggiormente ripetuta dal Papa, a braccio, nell’omelia della messa di ieri, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, con la tradizionale benedizione dei Palli, nella basilica di San Pietro. Francesco ha esortato, in particolare, tutti noi ad essere parte di “una Chiesa senza catene e senza muri, in cui ciascuno possa sentirsi accolto e accompagnato, in cui si coltivino l’arte dell’ascolto, del dialogo, della partecipazione, sotto l’unica autorità dello Spirito Santo”. “Una Chiesa libera e umile, che si alza in fretta, che non temporeggia, non accumula ritardi sulle sfide dell’oggi, non si attarda nei recinti sacri, ma si lascia animare dalla passione per l’annuncio del Vangelo e dal desiderio di raggiungere tutti e accogliere tutti”, ha proseguito il Papa. “Non dimentichiamo questa parola: tutti. Tutti!”, l’imperativo pronunciato a braccio: “Andate all’incrocio delle strade e portate tutti, ciechi, sordi, zoppi, ammalati, giusti, peccatori: tutti, tutti! Questa parola del Signore deve risuonare, risuonare nella mente e nel cuore: tutti, nella Chiesa c’è posto per tutti. E tante volte noi diventiamo una Chiesa dalle porte aperte ma per congedare gente, per condannare gente. Ieri uno di voi mi diceva: ‘Per la Chiesa questo non è il tempo dei congedi, è il tempo dell’accoglienza’. ‘Non sono venuti al banchetto…’ – Andate all’incrocio. Tutti, tutti! ‘Ma sono peccatori…’ – Tutti!”.

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