Perù: scontri tra minatori artigianali e informali nelle regioni di Arequipa e Ica. Vescovi, “Istituzioni affrontino problema”

La Conferenza episcopale peruviana (Cep) interviene con una nota di fronte ai violenti scontri accaduti in questi giorni, in due diversi contesti, nelle regioni di Ica e Arequipa, tra minatori “artigianali” informali o illegali. Scontri che hanno provocato almeno 15 morti e decine di feriti. L’episodio più grave è quello accaduto a Caravelí (Arequipa), all’interno della concessione Intigold Mining S.A.
“Esprimiamo la nostra profonda vicinanza e solidarietà alle famiglie delle persone ferite e le nostre condoglianze per i defunti”, scrive il presidente dell’episcopato peruviano, mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo, che aggiunge però: “È preoccupante che questi conflitti tra gruppi di minatori artigianali e informali non siano stati individuati e affrontati in tempo dal governo competente e dalle agenzie regionali”. In particolare, gli scontri nella zona di Arequipa sono attivi almeno fin dal 2020. Al tempo stesso, “non dobbiamo permettere la contaminazione della nostra biodiversità e la minaccia alla nostra Casa comune, anche mediante l’attività mineraria che agisce senza rispetto della natura e della legge, a maggior ragione non dobbiamo permettere la promozione di alcuna forma di violenza, ancor di più se minaccia la vita e la dignità umana”.
Conclude la nota: “Esortiamo la Presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri e il Congresso ad agire in modo rapido ed efficace per affrontare questo problema in modo globale e per evitare ogni ulteriore perdita di vite umane. Ricordiamoci che ogni vita umana è sacra”.

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