Migranti: Asgi e altre organizzazioni, “alla frontiera italo-francese si continua a morire”. Appello alle autorità dei due Paesi

“È innegabile che le violazioni in atto nelle aree di frontiera” tra Italia e Francia, “che in alcuni casi conducono le persone alla morte, siano l’effetto collaterale di precise scelte politiche adottate tanto a livello locale e nazionale quanto a livello europeo. Il numero crescente dei decessi ai nostri confini rende necessario ed urgente un cambio di approccio al sistema di gestione delle frontiere interne ed esterne europee. La tutela dei diritti fondamentali e del diritto di asilo devono essere il principio giuridico intorno a cui ripensare le politiche migratorie”. Lo hanno scritto l’Asgi e altre organizzazioni in un appello alle autorità francesi, italiane e locali per denunciare la realtà della situazione al confine italo-francese.
Le recenti morti avvenute nel tentativo di attraversare la frontiere – viene sottolineato in una nota – “testimoniano con forza la necessità di un cambio di rotta nella gestione dei confini” anche perché “malgrado l’aumento dei controlli, la volontà di portare a termine il progetto migratorio spinge le persone a individuare nuove rotte migratorie, a discapito della propria sicurezza, trovando anche la morte”.
“Le organizzazioni firmatarie – si legge nell’appello – esprimono il loro sincero ed incondizionato sostegno alle famiglie dei defunti e invitano le organizzazioni della società civile a promuovere ogni azione utile a contrastare le attuali politiche di controllo delle frontiere nonché le modifiche previste dalla Strategia Schengen (o dal Codice Frontiere Schengen) che siano potenzialmente lesivi dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri”. Chiedono inoltre “alle autorità italiane e francesi di modificare le politiche relative alla gestione delle frontiere interne, con particolare riferimento alle modalità con le quali i controlli di polizia e di frontiera vengono svolti, garantendo il pieno rispetto dei diritti fondamentali e dei principi riconosciuti, in particolare, dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nonché degli obblighi in materia di protezione internazionale e di non respingimento”. Alle autorità locali, invece, viene chiesto “di predisporre servizi adeguati a rispondere alle esigenze e al bisogno di protezione dei migranti presenti nei luoghi di frontiera garantendo in primo luogo accoglienza anche alle persone in transito”.

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