Politica: card. Zuppi, “in Europa varie forme d’odio e razzismo manipolate da imprenditori dell’allarme sociale”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“In Europa vediamo crescere varie forme d’odio e di razzismo, manipolate da imprenditori dell’allarme sociale e del rancore, a puri fini politici”. A denunciarlo è il card. Matteo Zuppi, arcivescovo  di Bologna e presidente della Cei, nella “lectio magistralis” tenuta questa sera a Roma in occasione del conferimento del dottorato “honoris causa” in Studi politici, nell’Aula magna del Rettorato dell’Università “Sapienza” di Roma. “Ho parlato prima delle recenti elezioni di ‘piccolo interesse’ che talvolta anima i responsabili politici”, ha ricordato il cardinale, secondo il quale i temi della guerra e della pace “sono oggi rilanciati dal dramma del grande conflitto tra Russia e Ucraina che ci coinvolge tutti”. “Soprattutto ora che si parla di rischio nucleare, credo che sia urgente una riflessione sul valore della pace che unisca Africa ed Europa”, la tesi di Zuppi, che ha esortato a “dare il giusto valore alla ricerca permanente della pace sia come soluzione di un conflitto che come riconciliazione e convivenza”. “Esiste un diritto umano alla pace che Africa ed Europa possono costruire assieme”, ha affermato il cardinale: “la guerra è stata troppo banalizzata come fatto naturale, triste compagna della storia umana e della politica. La guerra è ridiventata popolare mentre si spegneva l’eco del grande sogno di pace nato nei lager e nei gulag, cresciuto nel calderone della grande guerra mondiale e sopravvissuto anche alla guerra fredda e al muro. Dobbiamo riaffermare quel sogno che non può essere solo autoreferenziale per sé, ve lo posso testimoniare come mediatore per la pace in Mozambico e altrove: dimenticando di lavorare per la pace attorno a sé, l’Europa scopre con orrore di averla sprecata. Cosa c’è di più significativo di lavorare assieme, africani e europei, per riaffermare e ricostruire le basi umanistiche di quel sogno affinché divenga realtà? È quasi inutile parlare di democrazia e di sviluppo se prima non c’è la pace, sia come cessazione del conflitto che come riconciliazione e apprendimento del vivere assieme”.

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