Commissione Ue: Balcani occidentali, necessarie riforme per avvicinarsi alla “casa comune”. Turchia resta in stand by

Per aderire all’Ue, i Paesi dei Balcani occidentali devono ancora assicurare riforme, rafforzare la libertà di espressione, il sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato. Lo sostiene la Commissione Ue nella sua raccomandazione. In particolare, il Montenegro deve intensificare l’impegno per “la libertà di espressione e dei media, a lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata e la credibilità del sistema giudiziario”. Mentre, la Serbia dovrebbe “in via prioritaria istituire un governo fermamente impegnato nella direzione strategica e nel percorso di riforma per l’adesione all’Ue”. Si sottolineano ancora “le carenze nel sistema giudiziario, nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, della libertà dei media, nella libertà di riunione e nel trattamento nazionale dei crimini di guerra”. La Serbia dovrebbe avvicinarsi alla politica estera e di sicurezza dell’Ue e “affrontare tutte le forme di disinformazione”. Anche l’Albania e la Macedonia del Nord devono impegnarsi di più per “lo Stato di diritto, la lotta alla corruzione e della lotta alla criminalità organizzata”. L’Albania deve affrontare i “diritti di proprietà, le questioni relative alle minoranze e la libertà di espressione”. In Kosovo restano da affrontare, come per gli altri Paesi, le riforme nei settori chiave. La Commissione conferma la sua valutazione del luglio 2018: “Il Kosovo ha soddisfatto i parametri per la liberalizzazione dei visti e la proposta, ancora in sospeso al Consiglio, dovrebbe essere trattata con urgenza”.
Per quanto riguarda la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo, l’Ue si aspetta che entrambi si impegnino in modo più costruttivo nei negoziati “sull’accordo di normalizzazione giuridicamente vincolante”.
Infine, “i fatti che hanno portato a valutare che i negoziati di adesione della Turchia si sono effettivamente arenati sono ancora validi”, sottolinea la Commissione Ue. Sulla democrazia e lo stato di diritto, la Turchia “deve affrontare l’indebolimento di controlli ed equilibri efficaci nel sistema politico”.

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