Honduras: dagli Usa accuse di narcotraffico coinvolgono il presidente Hernández. Dalla Chiesa emerge la richiesta di “rinnovamento”

Mentre il Paese è già proiettato sulle elezioni presidenziali d’autunno, sulla fragile politica dell’Honduras piombano le notizie dagli Stati Uniti. La scorsa settimana, un tribunale federale degli Stati Uniti, nel distretto di New York, ha condannato all’ergastolo l’ex parlamentare Juan Antonio “Tony” Hernández, fratello dell’attuale presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernández. L’ex deputato è stato ritenuto responsabile dell’introduzione di 185.000 chili di cocaina negli Stati Uniti, con l’aiuto del suo Paese.
Il giudice del tribunale, Kevin Castel, ha dichiarato che il condannato “ha agito da intermediario” nelle tangenti ai politici, tra cui il fratello, e ai partiti. Le scorse settimane, nel medesimo Tribunale, l’honduregno Geovanny Fuentes era stato ritenuto colpevole di narcotraffico. I pubblici ministeri americani hanno apertamente accusato Fuentes di essere partner del presidente, all’interno di un “narco-Stato”. Il presidente Hernández ha respinto le accuse e ha criticato i Tribunali statunitensi per essersi basati, secondo la sua versione, sulle testimonianze di ex narcos perseguiti dal governo honduregno.
Trentasei organizzazioni della società civile hanno chiesto lunedì scorso, in una nota, le “dimissioni immediate” del presidente Hernández e delle principali autorità governative per aver trasformato il Paese in un “narco-Stato”. Le organizzazioni propongono di dare vita a un Governo provvisorio, incaricato di gestire le elezioni del 28 novembre. Tra i firmatari la Caritas dell’Honduras, il Comitato dei familiari dei detenuti desaparecidos (Cofadeh), la Confederazione unitaria dei lavoratori (Cuth). “Siamo testimoni della distruzione dello Stato di diritto e della costruzione di una dittatura di partito che è diventata un narco-Stato, in questo modo ci stiamo mostrando a tutto il mondo”, si legge nel documento.
Anche nell’omelia pasquale dell’arcivescovo di Tegucigalpa e primate dell’Honduras, il card. Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, non sono mancati riferimenti all’attualità. “Nel nostro Honduras oggi, nel mezzo della pandemia e dell’azione dei politicanti, la Resurrezione ci chiama tutti a fare dei passi avanti. Non è possibile che si possa costruire un Honduras migliore con i vizi del passato, rimanendo legati alla stessa realtà e alle stesse persone”, ha detto il porporato.

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