Migranti: Save the children, oltre 100 minori soli sulla Sea eye sbarcata a Taranto. Nel 2021 sono aumentati, oltre 7800

È attraccata ieri pomeriggio al porto di Trapani la Sea Eye 4 con le oltre 800 persone migranti soccorse nei giorni scorsi dalla nave della ong Sea eye nel Mediterraneo centrale. Le procedure di identificazione sono ancora in corso. Tra loro più di un centinaio di minori soli e diversi bambini piccoli con le famiglie, assistiti dagli operatori di Save the children presenti in area di sbarco. “L’essenza di questo sbarco l’abbiamo trovata in due immagini contrapposte su cui si è posato il nostro sguardo. L’espressione vuota, triste e distaccata di una ragazzina e la danza liberatoria di una bambina di due anni dall’energia incontenibile. Ci rendono tutta la gamma di emozioni provate da questi adolescenti, bambini e bambine che affrontano un viaggio così pericoloso. Le dolorose ferite visibili e non, scaturite dalla tragica permanenza in Libia, spesso lunga anche più di 6 mesi, come ci hanno raccontato alcuni di loro ieri, unite al terrore della traversata del Mediterraneo, e il senso di libertà e di gioia provati una volta arrivati in un posto sicuro con la speranza di avere davanti un futuro protetto e più sereno”, racconta Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the children, durante le operazioni di sbarco. Sono più di 7800 i minori soli arrivati nel 2021 in Italia via mare, in crescita rispetto agli oltre 4600 dello stesso periodo dell’anno scorso. Tra loro ci sono anche diverse giovani e giovanissime della Costa d’Avorio, un fenomeno in aumento che gli operatori di Save the children stanno monitorando per cercare di garantire la migliore capacità di intervento rispetto ai fattori di rischio. Intanto sono ancora in mare i migranti, tra cui diversi bambini, soccorsi dalla nave Ocean Viking, in attesa di un porto sicuro. Save the children chiede che “venga assegnato subito un porto sicuro, perché le persone che hanno affrontato un viaggio così lungo e periglioso, non debbano continuare a soffrire”. L’organizzazione sottolinea “l’esigenza e l’urgenza di un impegno diretto degli Stati membri e dell’Unione europea per la creazione di un sistema strutturato, coordinato ed efficace di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, una delle rotte più letali al mondo e l’attivazione di canali d’ingresso sicuri all’Unione europea”.

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