Forum della democrazia: sfide ambientali e sistemi politici, a Strasburgo decolla il dibattito

foto SIR/Marco Calvarese

(da Strasburgo) È solo la democrazia che può far fronte alle sfide ambientali o ci sono stili diversi di governo che possono contribuire ad affrontare il problema? Questa la domanda che ha animato nel pomeriggio di oggi uno dei panel nel contesto del Forum mondiale della democrazia, in corso da questa mattina al Consiglio d’Europa a Strasburgo. Gli ingredienti di una democrazia funzionante sono “apertura, trasparenza, partecipazione e inclusione”, insieme a “integrità e onestà delle istituzioni” e “stampa libera e competente”, ha esordito in un video messaggio Abdulla Sharid, presidente dell’assemblea generale delle Nazioni unite e ministro degli esteri delle Maldive. Per Sharid le vie per allargare la base democratica sono “abbassare l’età del voto”, “ascoltare di più la scienza anziché la retorica politica”, organizzare “più riunioni con i cittadini nelle città”.
Secondo George Katrougalos, membro greco dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), la sfiducia verso i governi e le istituzioni democratiche sta nell’indebolimento dei diritti sociali: lo dimostra il fatto che maggiore è il consenso per le istituzioni democratiche là dove più forti sono i sistemi di welfare, ha mostrato Katrougalos. L’unico rimedio ai problemi della democrazia “è più democrazia, cioè diretta, partecipativa non come sostituzione delle istituzioni rappresentative, ma con necessarie correzioni”.
L’esperienza dell’Ungheria raccontata da Judit Varga, ministro della giustizia ungherese, sta invece in un realismo dei governi di questi ultimi 30 anni che hanno reso possibile la crescita del Pil e il calo delle emissioni: “Tutti vogliono salvare il mondo oggi, indipendentemente dallo schieramento politico; ma lo stile e il ritmo però segnano una differenza”, ha sottolineato, rivendicando la necessità che ogni Paese valuti il proprio passo nel raggiungimento degli obiettivi, in base alle capacità e potenzialità della propria economia e società, considerando anche che l’Europa rappresenta solo l’8% delle emissioni globali, ha precisato, incalzata dalla moderatrice Annette Gerlach, che ha richiamato l’importanza del ruolo di capofila che ciononostante l’Ue sta svolgendo nel mondo, nella battaglia a difesa del clima. Nel dibattito tanti punti di vista da giovani da tutto il mondo che partecipano al forum; tra i nodi emersi: “quale popolo democratico deve decidere come rispondere ai cambiamenti climatici: quello che inquina o quello che più subisce i danni dei cambiamenti climatici?”.

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