Coronavirus Covid-19: Coldiretti, 4 persone su 10 finiscono in zona arancione. Effetti negativi su attività di ristorazione e filiera agroalimentare

Le misure più restrittive della zona arancione colpiscono più di 4 italiani su 10 (44%) nonostante interessino solo cinque regioni che si classificano però tra le più popolose a livello nazionale. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento alla nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, in vigore dal 10 al 15 gennaio, con la quale passano in area arancione le Regioni Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto. Nelle 5 regioni arancioni – sottolinea la Coldiretti – vivono 26,3 milioni di italiani sottoposti a restrizioni su spostamenti, orari e attività. La mappa delle zone arancioni vede la Lombardia che con 10,1 milioni di abitanti, la Sicilia con 4,9 milioni, il Veneto con 4,9 milioni, l’Emilia Romagna con 4,5 milioni e la Calabria con 1,9 milioni. La nuova maxi area nazionale arancione blocca di fatto – specifica la Coldiretti – 140mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi con un drammatico effetto sul settore che ha già perso il 48% del fatturato nel corso del 2020. Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.  Di qui la necessità di “prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione”.

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