Libano: Custodia di Terra Santa, la risposta solidale del convento di Tripoli Al-Mina alla crisi per la pandemia

È cominciato ieri, in Libano, (fino al 25) un lockdown generale, con coprifuoco 24 ore su 24, il primo imposto rigidamente dall’inizio della pandemia. Supermercati e negozi di alimentari possono effettuare soltanto consegne a domicilio, e non possono ricevere clienti all’interno delle strutture. Dallo scorso febbraio a oggi in Libano si sono registrati 1.740 decessi accertati per Covid e 231mila casi di positività, anche se esperti affermano che queste cifre sono al ribasso rispetto all’emergenza sanitaria in corso nel Paese. Secondo fonti ufficiali, dei 784 posti totali di terapia intensiva in un Paese con una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti, 627 risultano occupati. Il lockdown di fatto blocca ogni attività costringendo a spostarle on line, come sta facendo il convento francescano di Tripoli Al-Mina, della Custodia di Terra Santa, città a 85 chilometri a nord della capitale Beirut. Il convento, che ospita dal dicembre 2016 una fraternità guidata dal guardiano, padre Quirico Calella, fornisce servizi di accoglienza con la modalità di Bed and breakfast, un centro sportivo (calcio, pallacanestro, pallavolo, tennis, judo, danza) e un punto di riferimento per i giovani locali. Il convento San Francesco, riferisce la Custodia di Terra Santa, è impegnato nel dialogo con il mondo musulmano e promuove la formazione dei cristiani locali. “A causa della pandemia abbiamo dovuto limitare le attività del centro sportivo e per il momento anche il nostro Bed and breakfast è chiuso − spiega padre Calella −. Lo scorso dicembre, un’altra iniziativa di supporto per questa emergenza sanitaria è stata messa in campo: una dottoressa italiana ha svolto un’opera di volontariato nel convento, effettuando per una settimana circa cento test sierologici e visite mediche gratuite a chi lo richiedesse”. Con il nuovo lockdown diverse attività sono state spostate online, tra queste anche il concerto organizzato in occasione della settimana di preghiera dell’unità dei cristiani. Sarà la televisione libanese Telelumiere a trasmettere in diretta il 20 gennaio il concerto di Muna Hallab, una cantante musulmana che si esibirà dal convento francescano, accompagnato da uno studente di organo, alla cui formazione ha contribuito la Custodia con una borsa di studio. La fraternità del convento si prodiga anche in attività di sostegno all’Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che opera nel campo siriano di Tel Abbas. “Di recente – spiega il francescano − c’è stato un incendio in un altro campo al nord del paese e molti dei rifugiati si sono riversati nei villaggi vicini. Anche noi abbiamo fornito alcuni aiuti”. Con la pandemia e la crisi finanziaria che hanno messo in ginocchio il Paese dei Cedri, il convento francescano di Tripoli Al-Mina ha promosso la distribuzione di pacchi alimentari. “Tra i beneficiari, ci sono anche famiglie musulmane − dice padre Calella −. Se prima della pandemia aiutavamo solo i singoli che venivano a bussarci in convento, oggi cerchiamo di organizzarci con i pacchi alimentari per dare sostegno alle famiglie. La prossima distribuzione sarà a inizio febbraio e forniremo a circa 150 famiglie viveri, materiale sanitario e medicine. Aiuteremo chi ha bisogno: libanesi, migranti, rifugiati siriani e palestinesi”.

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