Disabilità: suor Donatello (Cei), “rendiamo le case religiose luoghi per tutti, luoghi di incontro tra persone, territorio e cultura”

La pandemia ha colpito il settore del turismo in maniera dura. Per ripartire si potrebbe pensare di rendere accessibili le strutture alle persone con disabilità non solo fisiche ma tenendo conto delle barriere percettive e sensoriali. I numeri che riguardano questa fetta di popolazione non sono bassi così come è stato ricordato durante il seminario on line “Oltre lo scivolo”, organizzato dall’ufficio nazionale Pastorale delle realtà del Tempo libero, turismo, sport e pellegrinaggi. “In Europa – precisa suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei – sono 127 milioni le persone con disabilità. Il mercato dei turisti con disabilità muove in Italia dieci milioni di persone che in media compiono almeno una vacanza l’anno. Tra l’altro le persone disabili viaggiano almeno in coppia perché spesso hanno bisogno di un accompagnatore. Rendiamo – auspica – le case religiose luoghi per tutti, luoghi di incontro tra persone territorio e cultura”. Sono intervenute due realtà che si occupano di accessibilità e demotica per disabilità fisiche, e sensoriali (Vda Group e la Pedius). Buone pratiche fra le strutture cattoliche ce ne sono ancora molto poche e si limitano alle disabilità fisiche. Esistono però esempi da copiare e non necessariamente nel settore recettivo. “Nel mondo laico ci sono gli alberghi etici per esempio, progetti di autismo friendly, turismo accessibile. La Fondazione Coop a Monza ha reso il supermercato fruibile per le persone con autismo. Del resto le persone con disabilità clienti e non vanno guardati in ottica pietistica”.

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