Libia: Asgi, stop a proposta Ue per “intervento umanitario” in Libia e a nuovi finanziamenti alla Guardia Costiera libica

“Immediata interruzione di ogni forma di collaborazione con le cd autorità libiche nell’ambito delle operazioni di intercettazione o soccorso di migranti in mare; immediata interruzione di ogni attività a sostegno del sistema di centri di detenzione per migranti in Libia”. Sono alcune delle richieste di Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, che definisce “preoccupante” la proposta dell’Ue di stanziare circa 100 milioni di euro per un “intervento urgente in Libia al fine di limitare le nuove partenze di cittadini stranieri verso l’Europa”. Riferendosi, in particolare, alla proposta avanzata dal governo maltese il 13 aprile 2020 che prevede da una parte “incentivi a rimanere” in Libia, dall’altra il “rafforzamento della Guardia Costiera Libica (Gcl) nel controllo delle proprie frontiere”, Asgi riafferma che “entrambe le linee di intervento costituiscono una risposta non solo inadeguata ma anche nociva alla situazione dei migranti che si trovano intrappolati in Libia”. Per l’associazione “questa iniziativa conferma ancora una volta il percorso intrapreso a rafforzare le politiche di esternalizzazione e delega del controllo dei confini. Si affida la gestione e il blocco della fuga di rifugiati a soggetti che ormai notoriamente commettono gravissime condotte di tortura e violenza nei confronti dei migranti. Le stesse autorità e governi europei – denuncia Asgi – si sono sottratte al doveroso ruolo di assistenza e soccorso dei migranti e rifugiati in fuga dalla Libia. Malta, la promotrice di questo ennesimo sostegno alla Gcl, ha lasciato lo scorso 13 aprile alla deriva 4 imbarcazioni in difficoltà”. Da qui la richiesta di Asgi per il “superamento delle politiche italiane ed europee di esternalizzazione del diritto di asilo e delle frontiere promosse anche attraverso accordi internazionali con Paesi terzi, cui vengono assicurati fondi, equipaggiamento tecnologico e militare e legittimazione politica in cambio di un controllo – spesso violento e indiscriminato – delle loro frontiere”. A tale riguardo l’associazione chiede “l’immediata evacuazione di tutti gli stranieri fuori dalla Libia in luoghi sicuri preferibilmente europei, l’immediata chiusura da parte delle autorità libiche dei centri di detenzione per migranti ancora in funzione e l’assicurazione della massima trasparenza sulle modalità di impiego delle risorse italiane ed europee in Libia”.

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