Sanità: Ospedale Bambino Gesù, primi due trapianti d’organo durante l’emergenza coronavirus

L’emergenza per il Covid-19 non ferma gli interventi salvavita: il 2 aprile all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma è stato effettuato un trapianto di fegato su una bimba di 2 anni, mentre il 3 aprile un trapianto di cuore ha ridato speranza alla famiglia di una bambina di 10. Sono i primi due trapianti di organi solidi eseguiti in ospedale dall’inizio della fase acuta dell’emergenza coronavirus. Entrambe le bambine si trovano ora nel reparto di rianimazione in buone condizioni. Nella tarda serata di mercoledì 1° aprile, un’équipe del Bambino Gesù è intervenuta per procedere all’espianto del fegato da un donatore deceduto. L’intervento di trapianto, eseguito dall’équipe di Marco Spada, responsabile della struttura complessa di Chirurgia epato-bilio-pancreatica, nell’ambito del Dipartimento chirurgico, è iniziato alle 10 del 2 aprile ed è terminato alle 18. Si è trattato di un ritrapianto: la bambina aveva ricevuto un primo trapianto lo scorso anno, presso un centro all’estero, ma la funzione del primo fegato trapiantato è stata compromessa da episodi di rigetto. Nelle prime ore del mattino del 3 aprile, invece, è iniziato l’intervento di trapianto di cuore eseguito dai cardiochirurghi ed anestesisti del Dipartimento medico-chirurgico di cardiologia pediatrica che si è concluso intorno alle 16. La bambina che ha ricevuto il cuore era in attesa di trapianto da 5 anni ed era stata sottoposta in precedenza ad altri due interventi chirurgici a causa di una grave anomalia cardiaca congenita: l’atresia polmonare a setto intatto con displasia della valvola tricuspide. La situazione di emergenza sanitaria che sta vivendo l’intero Paese ha richiesto accorgimenti suppletivi. In considerazione della pandemia da Covid -19 sono state applicate tutte le procedure definite per la verifica della negatività dei donatori e per la sicurezza dei riceventi e degli operatori sanitari. Per la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, i trapianti effettuati “sono un esempio dello sforzo fatto in questo senso dall’Ospedale e dalla rete trapiantologica italiana per assicurare che gli interventi possano avvenire in piena sicurezza”.

 

 

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