Colombia: continua la strage di leader sociali. Salite a 71 le vittime da inizio anno, 5 da quando è partita la quarantena

Il Covid-19 e la quarantena non fermano in Colombia l’uccisione dei leader sociali e campesinos ed ex guerriglieri delle Farc che hanno abbandonato le armi. L’ultimo fatto, particolarmente efferato per la sua dinamica, è accaduto nel municipio di Piamonte, nella parte meridionale del dipartimento del Cauca, ai confini con quello del Putumayo, nel sud del Paese. Un gruppo armato illegale venerdì scorso è entrato nell’abitazione di Hamilton Gasca Ortega, 33 anni, che faceva parte dell’Associazione dei contadini di Piamonte, nel villaggio di La Consolata. L’idea era quella di uccidere tutta la famiglia. Sono rimasti uccisi l’uomo e due suoi figli di tenera età. La moglie, Josefa Arroyo, anch’essa leader campesina, è però riuscita a fuggire con il terzo figlio e, dopo essere stata data per dispersa, è riapparsa ieri.
Secondo i dati dell’Istituto indipendente Indepaz, dall’inizio del 2020 sono stati uccisi nel Paese 71 leader sociali e 20 ex membri delle Farc; 14 leader sociali dal 5 marzo, quando in Colombia si è verificato il primo caso di coronavirus; 5 difensori dei diritti umani dal 25 marzo, data in cui è iniziata per decreto presidenziale la quarantena.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Riepilogo