
In un clima di poca trasparenza sulla diffusione del Covid-19 in Nicaragua (finora ufficialmente 6 casi e un decesso) e di mistero per l’assenza in pubblico, da oltre venti giorni, del presidente Daniel Ortega, il regime continua a mostrare il suo volto repressivo. Il ministero della Salute ha infatti impedito alla diocesi di Matagalpa di realizzare dei centri medici di prevenzione rispetto all’epidemia Covid-19. Un progetto che era stato ideato dal vescovo Rolando Álvarez, che aveva annunciato ieri l’iniziativa. “Spero nell’appoggio di tutti – aveva detto il vescovo ieri, prima di apprendere del divieto –. Questa iniziativa richiede la cooperazione di organismi e imprese del dipartimento, nazionali e internazionali, per rifornire le sedi di ogni municipio del dipartimento e per garantire al personale medico mezzi di protezione nel momento in cui visitano i pazienti sospettati di contagio da coronavirus”.
Poche ore dopo, via Twitter, il doloroso contrordine: “Il ministero della Salute mi ha appena notificato che non posso portare avanti il progetto dei centri di Prevenzione medica e neppure il call center. Desidero attestare davanti al popolo che noi come Diocesi volevamo lavorare per la salute della nostra gente e non ci è stato permesso”. Trenta medici, si sono comunque ugualmente detti disposti a collaborare al progetto, nonostante il veto.
“El Minsa me acaba de notificar que no puedo llevar adelante el Proyecto de los Centros de Prevención Médica, ni si quiera el Call Center. Quiero dejar constancia ante el pueblo que nosotros como Diócesis quisimos trabajar por la salud de nuestro pueblo y no nos han permitido”.
— Monseñor Rolando José Alvarez L. (@DiocesisdeMat) April 5, 2020