Pasqua 2020: mons. Fanelli (Melfi), “il coronavirus ha posto tutti in una situazione di precarietà”

“Nessuna pandemia ha il potere di spegnere l’amore di Cristo che c’è in noi e di cancellare la nostra identità più profonda: siamo gente di Pasqua!”. Lo scrive il vescovo di Melfi, mons. Ciro Fanelli, nel suo messaggio ai fedeli per la Pasqua. “Questa Pasqua è sicuramente diversa da tutte le altre che abbiamo vissute – aggiunge -: è dominata da un silenzio surreale ed ha come sfondo città quasi vuote, negozi chiusi e strade semideserte. Una Pasqua, che per certi versi però è simile alla prima grande Pasqua che vedeva i discepoli ‘chiusi’ nel cenacolo mentre ricevono l’apparizione del Risorto”. Secondo il vescovo, la Pasqua, in questo tempo di emergenza sanitaria da Covid-19, “è sicuramente un tempo di grande prova, in cui siamo chiamati a crescere maggiormente nella fedeltà a Dio e nell’amore concreto verso il prossimo”.
“Questo tempo ci chiede di avere ‘un di più’ di solidarietà con chi soffre”, evidenzia mons. Fanelli. Che fa riferimento ai tanti ammalati da coronavirus e alle loro famiglie; a quanti, anche in Basilicata e in alcuni paesi della diocesi, sono stati colpiti direttamente dal virus. “Pensiamo anche a tutte le famiglie che piangono i propri cari portati via, in un batter d’occhio, da questo terribile e invisibile virus. Non dimentichiamo i tanti anziani soli e le tante famiglie che hanno timori e preoccupazioni per il futuro. Questo virus, bloccando il lavoro, quel poco che c’era, in un quadro economico dagli equilibri molto precari, ha tolto anche dalle mense di tante famiglie il pane quotidiano”. “Il coronavirus ha avuto la forza di porre tutti in una situazione di precarietà – conclude il vescovo -. Questo grande dolore non deve però essere né ignorato né cancellato!”.

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