Domenica delle Palme: mons. Marcianò (Omi), “contempliamo un Messia simile agli uomini”

“Un Messia simile agli uomini, non semplice somiglianza ma identità”: è ruotata intorno a questa riflessione l’omelia dell’Ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, nella messa celebrata ieri, Domenica delle Palme, nella cappella dell’Ordinariato a Roma, con immagini trasmesse in streaming sui social network dell’Omi. “Siamo chiusi nelle case, negli ospedali, nei luoghi dove si lavora per portare avanti la comunità; siamo nel dolore, nella paura, nel lutto – ha detto l’arcivescovo castrense – ma la parola ‘Osanna’, che spesso leggiamo in senso trionfalistico, ha avuto, nella storia di Israele, un triplice significato: supplica, gioia, speranza nel Messia. Un Messia che vorrei contemplassimo così: ‘simile agli uomini’”. “Simile agli uomini che provano tristezza e angoscia, nella notte del Getsemani, quella che molti esegeti ma soprattutto molti mistici considerano la vera Passione di Gesù. È la nostra angoscia del contagio – ha affermato mons. Marcianò – la paura che serpeggia tra i respiratori delle rianimazioni, lo strazio di chi si vede strappato qualcuno che rimarrà solo in un’ambulanza o in un reparto, come Lui nell’Orto degli Ulivi. I discepoli non riuscirono a vegliare, a molti di noi è vietato farlo accanto ai propri cari. Ma Cristo, nella lotta estrema del ‘Sì’ al Padre, è pienamente uomo, pienamente Figlio; lo chiama, come i bambini, ‘Abbà, Papà’”. Poi l’arrivo di un angelo mandato dal Padre a consolarlo. “Quanti ‘angeli’ nel Getsemani di questa pandemia! Gesù è simile a loro, uomini e donne che si offrono – in ambito sanitario, nel volontariato, nel nostro bel mondo militare – e compiono, anche inconsapevolmente, gesti di salvezza e risurrezione”. Mons. Marcianò ha ricordato “gli uomini falliti, privati della dignità, ridotti alla povertà figlia dei fallimenti economici di questi tempi, delle tante imprese crollate, i padri di famiglia che non riescono a sfamare i propri figli, i detenuti o i senzatetto la cui situazione peggiora di giorno in giorno, gli uomini perseguitati per la fede o le opere, condannati da innocenti, fino alla pena capitale… E Gesù è ‘simile agli uomini’ che muoiono, a tutti gli uomini: di oggi e di sempre!”. “Ciascuno scelga come pregare, in questa Settimana Santa – ha concluso mons. Marcianò – con parole di supplica, gioia, speranza; con compassione, gratitudine, adorazione. Tutti, però, vogliamo insieme rivivere, nel cammino verso il Calvario di Gesù, simile agli uomini, il dramma della nostra pandemia, con le sue angosce e le piccole luci, che già spargono nell’aria il profumo di Pasqua”.

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