Devastazione pronto soccorso a Napoli: Anelli (Fnomceo) a ministro Lamorgese, ”subito presidi di pubblica sicurezza in aree a rischio”

“Siamo vicini a tutti i colleghi dell’Ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli”, dove la notte tra sabato e domenica il Pronto soccorso è stato devastato dai parenti e amici di un ragazzo morto, “nonostante i tentativi disperati dei medici di salvargli la vita, per una ferita da arma da fuoco che si era procurato durante un tentativo di rapina. Comprendiamo il dolore dei familiari, aggravato dal difficile contesto. Ma non possiamo non far presente che è proprio la presenza di presidi sanitari, anche e soprattutto al centro di questi luoghi tormentati dalla violenza e messi a rischio dalla criminalità, a salvare, con un intervento pronto e rapido, tante vite”. Così il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commenta il gravissimo episodio avvenuto questa notte a Napoli, il diciannovesimo atto di violenza negli ospedali della città da inizio anno. “È innegabile la situazione di emergenza e rischio in cui lavorano i colleghi, così come è innegabile il fortissimo ruolo sociale, prima ancora che sanitario, da loro svolto”, prosegue Anelli rivolgendosi ai cittadini con le parole dell’ultima campagna di comunicazione della Fnomceo, tuttora in corso: “se aggredisci un medico, tanto più in questo momento in cui tutti stanno lavorando per contenere la diffusione del Covid-19, poi la vita chi te la salva?”.
“È oramai necessario, almeno per gli ospedali allocati in contesti sociali così particolari, la presenza di un presidio di pubblica sicurezza h24”, sostiene. Di qui l’appello al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese affinché “trovi il modo e le risorse, partendo proprio dal Vecchio Pellegrini di Napoli, per assicurare agli operatori sanitari la protezione delle forze dell’ordine”. Sebbene i sanitari “siano determinati a non gettare la spugna, non possiamo continuare a contare solo sul sul loro sacrificio e abnegazione. Occorrono – conclude Anelli -risposte concrete e urgenti per mettere in sicurezza gli operatori e gli utenti”.

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