Coronavirus Covid-19: vescovi veneti, “decisioni gravi e dolorose ma necessarie per la salute e il bene comune”

Nel pomeriggio di oggi – i vescovi della Provincia ecclesiastica veneta si sono incontrati, in riunione straordinaria, presso la sede della Conferenza episcopale del Triveneto a Zelarino (Venezia) per fare il punto della situazione e condividere alcune linee comuni alla luce del nuovo decreto, uscito ieri sera dalla presidenza del Consiglio dei ministri, sull’emergenza coronavirus che tocca così profondamente le comunità ecclesiali e l’intero contesto sociale, economico e culturale della Regione Veneto.  Per i vescovi veneti “la triste e dolorosa decisione – assunta a seguito delle disposizioni emanate dal Governo e finalizzate a fronteggiare le presenti criticità – di sospendere nelle chiese la celebrazione dell’Eucaristia ‘in forma pubblica’ rappresenta un gesto mosso da una carità pastorale verso i fedeli e da un atto di saggezza e responsabilità ecclesiale e civile nell’esercizio del governo delle Chiese locali”. “Si tratta qui di condividere un comune senso di cittadinanza che porta i credenti, con la loro fede, ad essere pienamente partecipi della realtà in cui vivono, nel rispetto anche di quanto indicato dalla ragione e dalla scienza – spiegano i presuli -. Ci si richiama così al principio espresso dall’articolo 1 del Concordato vigente che impegna Chiesa e Stato, pur nella distinzione ed indipendenza dei rispettivi ambiti, alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese”.
Dopo un approfondito dialogo, a seguito di quanto stabilito con decreto della presidenza del Consiglio di ieri, fino alle ore 24 di domenica 8 marzo, i vescovi – in comunione con le Conferenze episcopali di Lombardia ed Emilia Romagna – offrono un a serie di disposizioni. Per evitare assembramenti di persone l’accesso a tutti gli spazi aperti al pubblico (chiese, oratori, patronati, musei ecc.) sarà possibile a condizione che a tutte le persone presenti venga garantita la possibilità di “rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. La sospensione della celebrazione aperta al pubblico delle messe, feriali e festive, dei sacramenti (inclusi battesimi, prime comunioni e cresime), di sacramentali, liturgie e pie devozioni, quali la Via Crucis, indipendentemente che avvengano in luoghi chiusi o aperti. Nell’impossibilità di adempiere al precetto festivo i fedeli dedichino un tempo conveniente all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla carità; possono essere d’aiuto anche le celebrazioni trasmesse tramite radio, televisione e “in streaming”, nonché i sussidi offerti dalle diocesi. Sono sospese le messe esequiali; è consentita la benedizione della salma, in occasione della sepoltura, alla presenza dei soli familiari; le messe esequiali potranno essere celebrate solo al superamento di questa fase critica. La celebrazione di battesimi e matrimoni è consentita alla sola presenza di padrini o testimoni e dei familiari. La celebrazione del sacramento della penitenza è possibile nella forma individuale rispettando le attenzioni richieste. La sospensione degli incontri del catechismo e delle altre attività formative di patronati e oratori (come per le scuole) nonché di relative uscite e ritiri. La sospensione di feste, sagre parrocchiali, concerti, serate culturali, rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche. La sospensione delle lezioni delle realtà accademiche ecclesiastiche (come per le università).
Il rinvio degli appuntamenti legati alle visite pastorali. L’accesso ai luoghi di culto venga concesso ai singoli fedeli che vogliano recarvisi per la preghiera individuale; si tolga l’acqua benedetta dalle acquasantiere.
Si sospenda la visita per la benedizione annuale delle famiglie; rimane invece possibile visitare i malati gravi per offrire loro conforto spirituale e, se del caso, l’unzione degli infermi e il viatico. Le attività caritative continueranno sempre nei limiti stabiliti dal decreto.
I vescovi del Veneto confidano che “anche questo tempo diventi occasione propizia per accrescere in tutti l’impegno pastorale e civico, il senso di carità e solidarietà tra le persone e le comunità. Esprimono riconoscenza a tutti coloro che sono più direttamente coinvolti nell’aiutarci ad affrontare l’attuale emergenza”.

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