America Latina: durante la Quaresima in 14 Paesi la campagna “40 giorni per l’infanzia”. Ballestero (World Vision) al Sir: “sensibilizziamo soprattutto i giovani”

Quaranta giorni a favore dell’infanzia, per promuovere l’attenzione e la cura per i minori e dire no a ogni violenza, attraverso numerose iniziative in tutto il Continente latinoamericano, sulla scia della fortunata iniziativa degli scorsi anni, la Camminata continentale “Huellas de ternura” (“Tracce di tenerezza”), che si è svolta in modo itinerante in tutti i Paesi latinoamericani, dal Messico fino all’Argentina, coinvolgendo circa 200mila persone. Questi gli obiettivi della campagna “Maratón 40 días por la Niñez” (Maratona di 40 giorni per l’infanzia), partita con l’avvio del periodo quaresimale, su iniziativa di numerose organizzazioni, tra le quali World Vision, che coordina il progetto, il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), le organizzazioni che rappresentano ai vari livelli nazionali i religiosi, varie realtà cattoliche ed evangeliche presenti in ciascuno dei 14 Paesi dove si svolge l’iniziativa. Lo scopo principale è quello di generare azioni congiunte per raggiungere spazi di incidenza e consapevolezza a livello di opinione pubblica, di promuovere attività di preghiera e formative che consentano di sensibilizzare le comunità cristiane e l’intera società, al fine di prendere impegni reali per la protezione e il sostegno dei diritti dell’infanzia.

Conferma al Sir, dalla Costa Rica, Marcela Ballestero, coordinatrice di World Vision a livello continentale: “Questa iniziativa, da noi coordinata, si svolge nei 14 Paesi dove siamo presenti. Cerchiamo di sensibilizzare sulla piaga della violenza contro i minori, vogliamo coinvolgere tutte le Chiese, anche si diverse confessioni, come la nostra organizzazione ha sempre fatto. Puntiamo soprattutto sui giovani, perché pensiamo che soprattutto da loro possa arrivare un cambiamento di mentalità, per arrivare a superare lo scandalo che il continente più cristiano, dove vive il 36% dei cristiani di tutto il mondo, è anche il più violento e il più diseguale. Il tasso di omicidi, in alcune realtà, è paragonabile a quello di Paesi che sono in guerra”.

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