Coronavirus Covid-19: mons. Melillo (Ariano Irpino), “vescovo e sacerdoti portano nel cuore il volto di tutti”

Una lettera scritta vescovo e sacerdoti insieme “portando nel cuore il volto di ciascuno di voi”. La indirizza alla comunità diocesana mons. Sergio Melillo, vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia. Ariano Irpino è uno dei cinque comuni campani messi in quarantena dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per l’elevato rischio contagi da coronavirus. “Sentitevi ricordati quotidianamente per nome, nella preghiera dei vostri parroci e del vostro vescovo; sentitevi abbracciati nel segno di croce che tracciamo a benedirvi, pur da lontano; sentitevi voluti bene e oggetto della nostra paterna premura, oggi più che mai. Sì, sentitevi voluti bene dai vostri pastori! Avvertiamo il bisogno di dirvelo proprio oggi, in questa festa di San Giuseppe, che, per certi versi, può dirci tanto in questo momento a cui siamo ‘chiamati’ a vivere”, aggiunge il presule, ricordando: “Giuseppe, infatti, è stato portato da Dio a cambiare i suoi progetti personali, a far saltare – se così si può dire – la sua agenda umana. Aveva sogni, piani, programmi, e Dio gli chiede di mettere tutto da parte. E così San Giuseppe diventa per noi, un maestro nella rinuncia ai piani, senza ribellioni, ma con fiducia, per far spazio ad un imprevisto in cui sta a noi scoprire cosa la Provvidenza ci chiede”. è anche “maestro di vita interiore” e “di relazioni autentiche per noi”. Come lui, “anche noi siamo chiamati a preservare il dono che Dio ci ha fatto. In questo tempo – malgrado lontani dalla pienezza della vita liturgica – custodiamo i nostri fratelli, curando relazioni che ci rendano ‘più prossimi’ anche in questo frangente, utilizzando i nuovi strumenti tecnologici (come, ad esempio, i social network) e, vivendo la carità – che è pazienza, perdono e comprensione reciproca – più di quanto non sia necessario in altri momenti”.
Come San Giuseppe, “nel nostro piccolo, anche il vostro vescovo e i vostri sacerdoti vi custodiscono nel loro affetto, nella loro preghiera, nella loro vicinanza nei modi possibili dell’attuale congiuntura – evidenzia mons. Melillo -. Vi chiedo di fare altrettanto custodendo noi con la preghiera; non venga meno il senso di appartenenza ad un’unica famiglia, in cui ciascuno ha bisogno dell’aiuto dell’altro: i nostri ammalati negli ospedali, gli anziani, i giovani, la città di Ariano, le parrocchie, i paesi della diocesi, i medici, gli operatori sanitari, i fratelli detenuti e tutte quellepersone che nelle istituzioni hanno la responsabilità di custodire la comunità”.

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