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Ambiente: Aea, meno morti per inquinamento, ma decessi ancora numerosi. Smog eccessivo in Italia, Bulgaria, Cechia, Croazia, Polonia e Romania

Bruxelles, 23 novembre: la conferenza stampa del commissario Virginijus Sinkevičius (foto SIR/European Commission)

“La migliore qualità dell’aria ha portato, nell’ultimo decennio, a una significativa riduzione dei decessi prematuri in Europa”. Tuttavia, i più recenti dati ufficiali dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) indicano che “la quasi totalità degli europei risente ancora delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico, che causa circa 400mila decessi in tutto il continente”. L’annuncio viene dalla Commissione Ue nel presentare il Rapporto 2020 dell’Aea sulla qualità dell’aria in Europa. Air quality in Europe — 2020 Report mostra che nel 2018 sei Stati membri hanno superato il valore limite dell’Unione europea per il particolato fine (Pm2,5): Bulgaria, Cechia, Croazia, Italia, Polonia e Romania. “Solo quattro Paesi europei – Estonia, Finlandia, Irlanda e Islanda – presentavano concentrazioni di particolato fine inferiori ai valori guida più restrittivi dell’Organizzazione mondiale della sanità”. Il rapport dell’Aea rileva che “permane un divario tra i limiti legali per la qualità dell’aria dell’Ue e gli orientamenti dell’Oms”, una questione che la Commissione europea “intende affrontare con una revisione delle norme comunitarie nell’ambito del piano d’azione per l’inquinamento zero”. Virginijus Sinkevičius, commissario responsabile per l’ambiente, commenta: “È buona notizia che la qualità dell’aria stia migliorando grazie alle politiche ambientali e climatiche che abbiamo attuato. Ma non possiamo ignorare il dato negativo: il numero di decessi prematuri in Europa dovuti all’inquinamento atmosferico è ancora troppo elevato”.

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